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Da qui a dieci anni: Top 5

Creato il 10 marzo 2012 da Mcnab75

Da qui a dieci anni: Top 5

Non è l’ennesimo giochino memetico che si diffonde in Rete, bensì una sorta di test a metà tra autocoscienza e fantascienza.
Lo ha lanciato Davide Mana (qui) e io lo riprendo a distanza di giorni, sempre in forma di Top 5.
Tutto parte da una domanda semplice: come sarà la nostra vita fra dieci anni? Dove per “nostra” non intendo in senso collettivo, bensì singolare.
Insomma: come vi immaginate da qui al 2022? Cosa sarà delle vostre vite? Realizzerete qualcosa, oppure sarete dei falliti?

Le regole per giocare sono semplicissime: Non sparate troppo alto (vogliamo scenari con almeno un minimo di plausibilità, niente robe del tipo “diventerò il sultano del Brunei”) e impegnatevi nel pensare ad almeno cinque versioni alternative del vostro alter-ego futuro. In fondo è una Top 5, no?
Bene, io l’ho fatto e ora vi beccate i miei cinque possibili futuri.

Opzione Uno: Sottoterra

Da qui a dieci anni: Top 5

Livello di probabilità: medio
Livello di gradimento: molto basso

Metà del mio corredo genetico – quello di parte materna – porta in sé l’eredità biologica di cardiopatie, pressione alta e altre piacevolezze legate a patologie cardiovascolari.
Aggiungiamoci la mia totale sfiducia/paura nei confronti della medicina tradizionale, che evito fin quando mi è possibile farlo (ossia sempre troppo tardi). Il risultato può non essere bello, ma è scientifico: chi ci arriverà mai al 2022?
Ovviamente tra le cinque opzioni è quella che mi piace meno. Ok, a volte la vita fa un po’ schifo, ma preferirei rimanere qui ancora un po’, per divertirmi con voi altri. Morire non mi fa realmente paura. Più che altro mi sembra davvero un grandissimo spreco: così tante cose da fare, da vedere, da leggere. Tante persone da incontrare e da amare (o odiare)…

Opzione Due: Buen Retiro

Da qui a dieci anni: Top 5

Livello di probabilità: medio
Livello di gradimento: alto

So già che non rimarrò all’infinito alle dipendenze dei miei attuali datori di lavoro. Giusto il tempo di accumulare ancora qualche stipendio, da aggiungere a un lascito di famiglia che, se ben gestito, potrebbe garantirmi alcuni anni di sopravvivenza sulla soglia della decenza (due pasti al giorno, un collegamento a internet, un’auto, qualche soldo per foraggiare le mie passioni).
A quel punto venderei la mia casa e opterei per un buen retiro in montagna.
No, non sui monti con Annette. La metropoli mi fa schifo, ma può tornare utile, quindi non occorrerà spostarsi di molto. Nella sola Lombardia ci sono alcuni paesini montani tranquilli e sufficiemente isolati. Mi basterebbe una piccola casa, ben equipaggiata per quel che concerne l’energia elettrica, il riscaldamento e le connessioni al Web. Se sarò da solo potrò permettermi il lusso di non lavorare per anni, svolgendo nel contempo qualche impiego part-time, magari anche nel campo della scrittura (editing, traduzioni, articoli a pagamento). Se invece ci sarà qualcuno a farmi compagnia (magari qualcuno che ogni venerdì vi propone una ricetta su questo blog. Per dire, eh!), l’obiettivo sarebbe quello di gestire un qualcosa di simile a un agriturismo, ma senza ritmi folli, magari solo su appuntamento/prenotazione. Qualcosa di ben fatto, di genuino, che sia sufficiente a vivere onestamente e a togliersi qualche sfizio di tanto in tanto. Conosco una coppia di coniugi che fanno già qualcosa del genere, passandosela alla grande.

Opzione Tre: Pezze al culo

Da qui a dieci anni: Top 5

Livello di probabilità: medio alto
Livello di gradimento: basso

Stessi presupposti di prima: abbandono del posto fisso (per scelta o per obbligo), ma con un piccolo gruzzolo di soldi che potrebbero garantirmi un po’ di tranquillità economica. In questa Opzione Tre mi sono però lasciato prendere la mano: investimenti sbagliati, vizi, spese poco oculate. Così nel 2022 mi barcameno con quattro soldi in banca, sempre sull’orlo del conto in rosso, senza un lavoro fisso (a 46 anni nessuno mi assumerebbe mai), senza l’opportunità di andarmene dal paese merdoso in cui vivo. Paese che di certo non aiuta un quasi cinquantenne dotato di buona testa ma di scarsa manualità a vivere con la dovuta dignità.
A quel punto le mie giornate si dividerebbero tra lavori a cottimo e in nero, sia molto pratici (sgombero solai e cantine, imbiancature, consulenza informatica), sia “intellettuali” (traduzioni, lavoretti di editing etc). Pochissime possibilità di risollevarsi dal livello di mera sopravvivenza, poco tempo per dedicarmi alla scrittura o ad altre cose.

Opzione Quattro: Blogger di successo

Da qui a dieci anni: Top 5

Livello di probabilità: basso
Livello di gradimento: molto alto

Ogni tanto faccio due conti a mente: se ricevessi un euro per ogni cinquanta visitatori che passano sul mio blog potrei campare di quello. Badate bene: non sto parlando di diventare ricco, bensì di guadagnare un onesto stipendio paragonabile a quello di un impiegato.
Purtroppo per ora questi sono discorsi che in Italia non reggono. Chi ha i soldi – aziende, media, editoria etc – non ha ancora capito le potenzialità dei blog, che anzi danno fastidio perché di solito sono intellettualmente anarchici.
Mettiamo però che le cose in futuro cambino e che chi può farlo inizi a investire danaro nella blogosfera. Oppure, versione B, mettiamo che i lettori comprendano appieno l’importanza della libera donazione, accettando magari di “iscriversi” a un blog per quattro o cinque euro al mese. Praticamente molti di noi (i più in gamba, concedetemelo) diventeranno editori di sé stessi, in un vincolo unico e limpido tra autore e lettori. Il che, diciamolo, gioverebbe a entrambi. Ecco, questo futuro mi intriga non poco.
A quel punto potrei dedicarmi in pieno alla cosa che in assoluto mi piace più fare: gestire i miei spazi, dedicarmi alla documentazione, alla lettura “professionale”, campando con le parole. A quel punto il dove sarebbe un dettaglio quasi secondario.
Nota bene: non mi sono MAI visto come un possibile “scrittore di successo”, mentre per quel che riguarda il blogging, chissà…

Opzione Cinque: Straniero in terra straniera

Da qui a dieci anni: Top 5

Livello di probabilità: medio basso
Livello di gradimento: medio alto

Andarsene dall’Italia? Un pensiero che ciclicamente torna a bussare nella mia testa.
In questa Opzione Cinque qualcosa mi ha spinto finalmente a fare questa scelta (magari una delusione d’amore, o una crisi depressiva). Ho fatto i bagagli, ho ripassato il mio inglese e sono volato altrove.
Dove? Nell’ordine di probabilità/gradimento: Londra, New York, Sydney. Londra per fascino e comodità, New York per affetto e affinità, Sydney per opportunità e voglia d’avventura.
E una volta là, che cosa ho fatto? Probabilmente ho ottimizzato il mio famoso “piccolo lascito”, cercando al contempo qualche lavoro proto-artistico che mi consente di vivere seguendo un po’ la mia indole. Blogger per la comunità italiana. Traduttore o insegnate di italiano. Talent scout per qualche casa editrice.
Con tutto il rispetto (vero e assoluto) per chi va all’estero per fare il lavapiatti, non credo che sarà mai una prospettiva interessante per il sottoscritto. Ambire al meglio, o comunque a qualcosa che ci faccia sentire realizzati, è un imperativo per una scelta così radicale di vita.
In questo futuro n°5 probabilmente bloggherò in versione bilingue: inglese come prima scelta e italiano, per gli amici e per i compaesani nel mio nuovo paese.

Opzione bonus: Bondi Beach

Da qui a dieci anni: Top 5

Foto realizzata da Luca Morandi

Livello di probabilità: estremamente basso
Livello di gradimento: molto alto

L’ho conosciuta per sbaglio, magari dedicandole un post sul mio blog che ha avuto un’inaspettata eco mondiale (i famosi 80 milioni di hit citate da Germano).
Ci siamo incontrati, per qualche motivo che francamente non riesco nemmeno a immaginare le solo piaciuto e ci siamo messi insieme. In fondo lei nel nostro presente è ancora single. Nel 2022 festeggiamo invece i primi sette anni di convivenza (entrambi siamo refrattari al matrimonio). Campiamo con gli enormi proventi del suo singolo d’esordio, nella top 10 dei singoli più trasmessi degli ultimi 50 anni. Abbiamo più soldi di quanti riusciamo a spenderne. Nel mentre partecipiamo a eventi mondani e cazzate del genere, senza prenderle troppo sul serio. Io continuo a bloggare e a scrivere. Nel mondo mi conoscono sarcasticamente come “mr.Imbruglia”, ma io me ne frego, anzi, un po’ ci godo.
Forse non è proprio la donna perfetta che pensavo in precedenza, ma si va d’accordo perché entrambi riusciamo a fregarcene del giudizio della gente (pare che in effetti lei sia proprio così).
Saluti da Bondi Beach, qui si sta da Dio. Veniteci a trovare.
- – -

PS: In realtà questa ultima opzione è l’unica in cui ho volutamente giocato e scherzato. Se c’è una cosa di cui sono abbastanza certo nell’affrontare il futuro è l’elenco (estremamente ridotto) delle persone che non vorrei perdere per strada. Tutto il resto lo scopriremo solo vivendo.


Filed under: acceleratore quantico, riflessioni, top five e classifiche

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