La mostra ha l'intento di far conoscere il Museo delle Belle Arti di Budapest offrendo un excursus tra le opere più importanti del museo a partire dal Rinascimento italiano per finire con le Avanguardie del primo Novecento.
Il contatto tra Milano e il museo ungherese nasce lo scorso anno quando per i Natale con l'arte Palazzo Marino offrì la visione gratuita della Madonna Esterházy di Raffaello che è anche il punto focale della prima sala della mostra attualmente in corso, ma non si può rimanere indifferenti al al bel volto intenso del San Giovanni Battista di Jacopo del Sellaio in cui si scorge l'influenza botticelliana.
Notevole anche il disegno del Parmigianino, Venere che disarma Cupido, e le influenze del maestro parmense sono ben visibili nella Sacra Famiglia con san Francesco d'Assisi di Girolamo Mazzola Bedoli, parente acquisito del Parmigianino.
La seconda sala è dedicata alla Scuola veneziana: ritratti del Veronese e di Tiziano, la Cena di Emmaus del Tintoretto e la tela Apollo e le Muse con la Fama di Lorenzo Lotto ma a restare impressa è soprattutto l'originale composizione della Via Crucis di Jacopo da Bassano. La sala ospita anche due ritratti de El Greco: la Maddalena penitente e San Giacomo minore che per alcuni critici altro non è che un autoritratto dell'artista.
Il segmento dedicato al Rinascimento europeo espone l'opera che simboleggia la mostra, la Salomè con testa di San Giovanni Battista di Lucas Cranach il Vecchio, accanto a quest'icona dell'arte tedesca un quadro poco noto ma non per questo meno intrigante di Albrecht Durer, il Ritratto di Giovane.
Con Il compianto di Cristo del Maestro di Okolicsno si entra in contatto con l'arte di produzione ungherese che accompagna, giustamente tutto il percorso espositivo.
Il Primo Seicento è pervarso dall'influenza caravaggesca della Ragazza Dormiente di un anonimo romano, nel realismo del Il pranzo di Velasquez e sopratutto nll'intenso Giaele e Sisara di Artemisia Gentileschi.
La magnifica Testa d'uomo di Rubens anticipa la sezione barocca dove spica un magnifico paesaggio Villa nella campagna romana di Claude Lorrain.
Il settecento colpisce con la sensuale Betsabea al bagno di Sebastiano Ricci, l'imponente Apparizione di San Giovanni Maggiore nella battaglia di Clavijo di Tiepolo, e lo sconvolgente realismo del Busto d'uomo che sbadiglia di Messerschmidt.
Nella sezione sul Romanticismo ci sono tre opere di Goya, il Ritratto di Manuela Camaa y de las Heras, La portatrice d'acqua e L'arrotino le ultime due opere testimoniano l'interesse del pittore per i temi popolari che fece uscire dalla semplice pittura di genere.
La sala più notevole è certamente quella dedicata al Simbolismo, diverte Il centauro dal maniscalco di Bocklin, seduce Il bacio della Sfinge di Franz von Stuck ma è l'opera dell'ungherese Janos Vaszay a rappresentare la pienezza dell'art nouveau nella magnifica cornice de L'età dell'oro.
L'ultima sale espone i nomi più noti dell'arte europea: Cezamme, Gauguin, Monet Manet con la Donna con il ventaglio (la Jeanne Duval amata da Baudelaire), un disengo di Van Gogh, Schiele, ma la mia attenzione è rimasta colpita da Il velo della Veronica di Kokosckha.
Capolavori dal Museo di Belle Arti di Budapest
17 settembre 2015 - 7 febbraio 216
Palazzo Reale
Milano