di Rodolfo Bava. Disoccupazione alle stelle, le nascite al livello più basso dal 1861 ed una forte emigrazione: questo il quadro triste e desolante del Mezzogiorno d’Italia. Una situazione che avrà spinto il Presidente del Consiglio Renzi a proporre qualcosa a favore del Sud. Infatti, ieri ha espresso un’idea da Prima Repubblica: allargare il Ministero per gli Affari Regionali, tanto da trasformarlo nel Ministero per il Mezzogiorno; ritornando, così, a 60 anni or sono, all’epoca del Governo dell’on. De Gasperi. Forse, hanno ragione coloro i quali sostengono che Renzi sia un comunista-democristiano.
Molto importante, anche, la decisione che il nuovo Ministero debba interessarsi anche della gestione dei fondi europei. Fondi mai spesi per intero e, forse, neanche per la metà. Sperando che il nuovo Ministero possa risultare incisivo, determinante nella modernizzazione del Meridione d’Italia e non finisca col risultare uno dei tanti tentativi della Prima Repubblica. Come la Cassa per il Mezzogiorno (nata per un’idea del meridionalista Pasquale Saraceno), con la Legge n.546 del 1950, durante il Governo De Gasperi, la quale, nel corso dei 34 anni di vita, ha provveduto ad eseguire molte opere (l’acqua e le fogne nelle case, ponti, bonifiche etc.), ma, contemporaneamente, anche a costruire tante inutili e costose “cattedrali nel deserto”. La soppressione della Casmez avvenne nel 1984, durante il Governo dell’on. Craxi. Poi, ecco arrivare l’Agensud che durò fino al 1992, anno in cui fu soppresso il Ministero per il Mezzogiorno da parte del Governo dell’on. Amato. Ci si domanda: nel corso dei prossimi anni, avremo un Meridione pari al Centro Nord della nostra Italia?