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Fra tutti gli usi rituali e le credenze antiche conservate, il cosiddetto “presagio delle calende (i giorni dell’anno che vanno dal giorno dopo Santa Lucia al giorno di Natale)” è quello che mostra una più lunga continuità, forse perché fondato sulla credenza secondo cui il periodo solstiziale, inteso
come inizio, sarebbe il compendio per l’intero anno a venire. Infatti, le calende sono anche detti giorni indicatori o spie dell’anno.
Il termine calende deriva dal latino kalendae, legata al verbo calare, cioè fare l’appello.
Questo presagio, nel periodo bizantino era chiamato dodekaemeròn, cioè “i dodici giorni”. Esso consiste nel presagire l’andamento meteorologico nel corso dell’anno a partire dall’osservazione delle condizioni meteorologiche
dei dodici giorni compresi nel periodo solstiziale (14 dicembre - 25 dicembre). Si fanno corrispondere a questi giorni i mesi dell’anno e si procede per analogia: se la giornata sarà bella, il mese corrispondente sarà caratterizzato da tempo sereno o variabile, viceversa, logicamente in caso contrario. (es. il 14 dicembre: la giornata è brutta e piovosa? Allora il mese di gennaio sarà brutto e piovoso; il 15 dicembre: la giornata è bella ? Il mese di febbraio sarà bello; il 16 di dicembre, terzo giorno dopo Santa Lucia corrispondente a marzo, il tempo è variabile? Il corrispondente mese di marzo dell’anno successivo sarà variabile. E così fino a Natale che corrisponde al mese di dicembre) A volte invece, il presagio viene trattato in modo inverso:"calende chiare mese torbido".
Il calendario moderno deriva dall’ aggettivo calendarium (« calendario »), che indicava un registro dei conti (che si verificava il primo del mese; il calendarium era propriamente il « registro delle scadenze ») e, pertanto, il calendario era, originariamente, il registro sul quale si annotavano gli eventi legati a una data precisa del mese. La parola italiana proviene direttamente dall'aggettivo latino, con un senso più generale.
Rinviare alle calende greche (Ad kalendas graecas) significa « procrastinare indefinitamente avanti il completamento di un'azione ». In effetti, i Greci antichi non avevano mai avuto delle calende, l'espressione fa riferimento a una data sconosciuta. Le calende greche, nelle lingue romanze (Lingua italiana: alle calende greche; Lingua francese: aux calendes grecques; Lingua portoghese: às calendas gregas; Lingua romena: la Calendele Grecesti; ecc.)., evoca in maniera ironica una data che sembra fissa ma che alla fine non si verificherà mai.
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