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Da “Sotto cieli noncuranti” di Benedetta Cibrario pp 122-123

Creato il 25 giugno 2010 da Danidom57


SUGGERIMENTO DI LETTURA …:-)

Da “Sotto cieli noncuranti” di Benedetta Cibrario pp 122-123
“…Perduta. Mi sono perduta dentro un corpo che non sento più mio. Smarrita come un ragazzino dentro a un labirinto, o come se fossi rimpicciolita, diventata minuscola, imprigionata dentro a un corpo gigantesco, pieno di angoli bui e di bagliori. Vedo una stanza chiara, una scrivanie e diverse sedie. C’è anche un telefono che suona, e nessuno risponde. Se mi sgancio inavvertitamente dalla realtà efficace e multiforme che ho sotto gli occhi, ogni cosa si scompone in un firmamento casuale, un caos senza forma che tracima in ogni direzione , slabbrandosi davanti al mio sguardo immobile. Sento freddo. Freddo alle mani e ai piedi, freddo alla base del collo. Mi agito sulla sedia, mi massaggio le braccia, chino la testa. Le mani della ragazza con il naso sottile ballano una danza scomposta e aggraziata, come le tortore in primavera, con i loro brevi voli. Quante volte ho sentito dire la frase “non ho parole”. Riesco perfino a sorridere di queste undici lettere che significano l’esatto contrario di quello che esprimono, ‘impossibilità di parlare quando siamo sopraffatti dalla quantità delle cose da dire. Resto incollata a quello che vedo. Una luce al neon che pulsa fastidiosamente. Un computer nell’angolo. Un cestino butta carte di vimini. Le mani della ragazza con il naso sottile. Rabbrividisco e la ragazza si informa se ho freddo con un suono carezzevole. Scuoto la testa. E lascio che il tempo che scorre mi raccolga nelle sue invisibili braccia per portarmi là dove il dolore si acquieta, l’amore impallidisce, il caos si fa ordine, le parole non significano più nulla e tornano a essere solo invisibili vibrazioni…”


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