Da testimonial a testimone

Creato il 27 agosto 2014 da Patuasia

Ecco come risponde al Caporal Fracassa dalla sua pagina fb, il fotografo, Stefano Unterthiner.

Tante parole dette a vanvera, tante insinuazioni. Faccio un po’ di chiarezza. Innanzitutto, il mio contratto di testimonial con VIVA. Il fazioso servizio del TGR di ieri sera (26 agosto) lascia sottilmente intendere che sono ancora sotto contratto, che sono ancora il testimonial della regione: il mio contratto con VIVA è durato due anni è si è concluso a febbraio del 2014. Da valdostano, sono stato fiero di aver potuto promuovere questo progetto, perché l’obiettivo di VIVA lo considero giusto e necessario: perseguire un vero turismo eco-sostenibile, finalmente, anche in Valle d’Aosta. I soldi che ho percepito includono l’utilizzo di mie fotografie per campagne pubblicitarie nel mondo, la mia presenza a eventuali eventi promozionali, la redazione di editoriali, e appunto l’uso della mia immagine in qualità di testimonial. Come si sono affrettati a scrivere in molti, con tante basse insinuazioni, ho percepito 50.000 euro in due anni per l’insieme di queste prestazioni.

Dal febbraio scorso a oggi si sono susseguiti diversi avvenimenti, che mi hanno spinto a prendere una posizione forte contro la mia regione. Lo scorso luglio, alle porte del Mont-Avic, è stato aperto un secondo zoo, dopo quello di Introd. E’ tornata in auge l’idea folle di distruggere il vallone delle Cime Bianche con un impianto di risalita. E infine, nonostante il tentativo di dialogo, le proposte avanzate, la regione ha deciso, con una delibera di qualche giorno fa, di abbattere 4500 uccelli per proteggere i meleti (tornerò sull’argomento e cercherò di spiegare ai coltivatori perché la regione, con questa decisione, li sta prendendo in giro). E’ stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso e che mi ha spinto a scrivere il mio post su Facebook, che tante polemiche ha scatenato. L’ho fatto, perché arrabbiato dalla cecità di chi ci governa. Queste recenti decisioni scellerate della regione sono in totale disaccordo con l’anima stessa del progetto VIVA. Ho scritto non più da testimonial, ma da testimone: da cittadino che non può tacere! E lo rifarei ancora. Nonostante le accuse e le intimidazioni che continuano ad arrivare.
L’assessore al turismo Marguerettaz afferma che dico il falso. Un’accusa pesante. Ribatto anch’io punto per punto. Non è forse vero, assessore, che si sta valutando la realizzazione di un impianto di risalita nell’alta Val d’Ayas? Non è forse vero che una delibera autorizza l’abbattimento di 4500 uccelli nei prossimi cinque anni per “proteggere” i meleti? Lei dice, nel servizio di ieri sera del TGR, che la regione non ha finanziato gli zoo in Valle d’Aosta: si dimentica forse che soltanto 9 mesi fa la Giunta regionale ha stanziato 46.900 euro per lo zoo di Introd. Chi è che dice il falso? Lei mi ricorda che si caccia di domenica sin dal dopoguerra. E’ proprio questo il punto. Io mi domando, ma lei come assessore al turismo da tanti anni si è mai chiesto se non fosse più opportuno, per una regione che vuole vivere di turismo, evitare la caccia di domenica, giornata per eccellenza dedicata al turismo? Meglio fermarsi a consuetudini che risalgono al dopoguerra? E infine l’eliski (ma anche l’elibike!), che mi ricorda essere regolamentato. E ci mancherebbe ancora che sia una attività non regolamentata! Nel mio post condanno una pratica che, in una regione attenta e rispettosa della montagna, non dovrebbe a mio avviso esistere.
E’ questa Valle d’Aosta che ho chiesto, a chi ama la natura, di boicottare. Quella che avete in mente voi: una regione trasformata in un parco giochi per turisti. Un’idea di regione vecchia, quella delle scelte e delle idee degli anni ’70 del secolo scorso: tutta piste da sci, cemento e centraline idroelettriche.
La regione in cui sono nato l’ho promossa e pubblicizzata tutta la vita. Ho dedicato tre libri (e un quarto è in preparazione) alla mia regione. Ho illustrato con le immagini che ho scattato in Valle d’Aosta, centinaia di articoli su riviste di tutto il mondo. Il prossimo anno, un angolo della Valleé, quello del Gran Paradiso, sarà celebrato sul National Geographic: oltre 40 edizioni nel mondo e milioni di lettori. Non permettetevi di affermare che con un mio post ledo l’immagine della mia regione!
Chiudo rispondendo a chi sul web dice che quella che voglio è una Valle d’Aosta che non esiste più. Che non voglio la modernità, che sono un nostalgico della montagna dei nostri nonni. La Valle d’Aosta che sogno è invece la Valle d’Aosta del futuro. Quella che sa proteggere e valorizzare quello che ancora c’è di bello. E’ questa la sfida che invito chi ci governa a raccogliere.


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