Un giovane militante del movimento sociale Italiano che il 29 aprile del 1975, perse la vita in ospedale, dove era ricoverato dal 13 marzo
dello stesso anno a seguito di un aggressione compiuta da un gruppo di altri giovani, di credo politico differente. Sempre ieri il sindaco di
Tolve, assieme alla sua giunta, senza nessuna motivazione politica, culturale o anche di carattere toponomastico, ha deciso di cambiare
l’intestazione dei giardini pubblici che a Sergio Ramelli erano dedicati. Con un atto, anche vile, compiuto di notte, ha deciso di rimuovere la
targa commemorativa in onore di Ramelli e cambiarne l’intitolazione con “unità d Italia”. Probabilmente solo per livore nei confronti di chi
quella targa l’ha voluta. Il mio parere è che un atteggiamento del genere fa comprendere a tutti, non solo ai Tolvesi, della poca sensibilità della politica attuale verso certi temi, della perdita di ogni riferimento valoriale e ideologico, della babele in cui la politica è stata trasformata. Fa comprendere il piccolo spessore di taluni uomini che pensano che la politica sia diventata una mera questione di gestione del potere e
conservazione dello stesso. Ramelli era solo un ragazzo, un ragazzo che, in un’italia sbagliata, la pensava in modo differente rispetto ad altri suoi coetanei. Un ragazzo cui è stato impedito, con la morte, di credere in ció che credeva. Ed è per questo che per me, uomo di centro-destra, Ramelli è
solo un martire della libertà, nè di destra, nè di sinistra. E solo chi crede che certi valori come la libertà, la famiglia, la
patria, non possono essere negoziati, può comprendere che il responsabile della rimozione di una targa commemorativa in onore di un
martire di questi valori, non è degno di occuparsi di politica…. Almeno nel centro-destra, a Tolve come nel resto d’Italia, ieri come
tra cent’anni.
Donato Ramunno