Foto Galetto/IL NAZIONALE
20 FEBBRAIO – Il Chievo è ad una svolta importante della sua stagione. All’orizzonte, infatti, si profila un tris di partite da non sbagliare assolutamente: al Bentegodi arriveranno il Catania dell’ex Maran (domenica 23 febbraio) e il Genoa di Gasperini (il 9 marzo), mentre domenica 2 marzo la squadra gialloblù andrà a far visita all’Atalanta di Colantuono. Tre sfide salvezza, tre sfide contro altrettante dirette concorrenti per non retrocedere, tre sfide contro avversari “alla portata” e che molto (se non tutto) diranno sulle reali chance di salvezza della compagine clivense.
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La prima di queste partite, quella contro gli Etnei che all’andata imposero un pesante 2-0 all’undici allora allenato da Sannino, darà probabilmente più di qualche indicazione anche in vista delle successive: innanzitutto affrontare Atalanta e Genoa con una vittoria “in saccoccia” risulterebbe sicuramente psicologicamente più agevole e poi – tatticamente – si potrebbe rivedere dopo oltre due mesi un nuovo Chievo. Magari più simile a quello presentato da Corini nelle prime uscite della sua “gestione-bis”, con un 4-3-1-2 a trazione anteriore. Vedere Cyril Thereau alle spalle di due punte vere (Paloschi e Obinna?) e un trio di centrocampo costituito da mastini in grado di mordere le gambe a protezione della difesa priva di un centrale (ma Dainelli e Cesar, insieme, danno ampie garanzie) potrebbe essere in effetti la mossa da molti invocata e finalmente proposta. D’altronde, il 3-5-2 proposto ininterrottamente dal pomeriggio di Torino del 22 dicembre 2013 fino a quello del 16 febbraio sempre a Torino (un destino?) contro la Juventus ha portato solo a qualche pareggio (peraltro prestigioso, come quelli in casa di Inter e Napoli) e tante sconfitte (contro il Torino, appunto, e poi Parma, Lazio, Udinese e Juventus). Con un Chievo in ritardo di classifica (oggi è penultimo, seguito dal solo Sassuolo fanalino di coda), ma con distanze assolutamente non proibitive (le cinque a lottare per la salvezza sono racchiuse in un “fazzoletto di punti”) tutto è ancora ampiamente recuperabile. A patto, però, di riprendere la via del gol e della vittoria.
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Già, il gol è proprio quell’ossigeno indispensabile che serve a questa squadra. Pochissimi i gol fatti – come da sempre caratteristica del Chievo – ma anche molti i gol subiti – dato, invece, che rappresenta una novità in casa gialloblù, da sempre abituata a difese fra le migliori della serie A – che insieme non permettono in questo momendo di fare voli pindarici. A volte, però, basterebbe davvero il classico “gollettino” striminzito per potersi magari difendere con il coltello fra i denti fino in fondo e portare a casa un risultato positivo. Coraggio, allora. Non sarà facile, ma si può fare. Attenzione, però: il Catania di Maran arriva in riva all’Adige più battagliero che mai e in ripresa negli ultimi turni. Ha recuperato alcuni uomini importanti (Bergessio) e riportato all’ombra dell’Etna il “figliol prodigo” Lodi, un giocatore di fantasia e temperamento che non ha trovato grande fortuna al Genoa. Insomma, la prima delle battaglie per la salvezza e all’orizzonte e al Chievo non si presentano molte alternative: vincere o morire!
Ernesto Kieffer
@ErnestoKieffer
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