Qualsiasi italiano nato prima degli anni ’80 difficilmente non ricorderà l’immagine dell’auto di Niki Lauda in fiamme e la gente che tratteneva il respiro davanti ad un televisore bombato, probabilmente in bianco e nero, mentre pregava che il suo idolo si salvasse da un terribile incidente. Forse, infatti, non tutti ricordano che quel pilota all’epoca correva per la nostra amata Ferrari e grazie alla sua abilità l’aveva portata sul gradino più alto del podio.
Oggi, con il volto dell’attore Daniel Brühl, Niki Lauda ritorna giovane e sfreccia dentro fiammanti e velocissime monoposto di formula tre prima e formula uno dopo. Noi ripercorriamo quel periodo caratterizzato dalla lotta tutta animale tra due giovani con la voglia di vincere un duello dominato dagli ormoni agitati, dall’annosa sfida tra inglesi e tedeschi e dall’accesa competizione tra team automobilistici, che Ron Howard porta sullo schermo superando le nostre aspettative.
Vedere il film in un teatro oltre oceano ci ha permesso di avvertire la prospettiva di un pubblico meno affezionato a quello sport e magari meno incline a supportare corridori di altro continente. “Rush” ė una pellicola che funziona ed ė destinata a sfrecciare verso un traguardo ricco di successi (per lo meno al botteghino) grazie a più di un punto di forza.
Quel bel figliuolo di Chris Hemsworth farà la gioia delle accompagnatrici e permetterà ai giovani maschietti bellocci di immedesimarsi nella testosteronica battaglia tra i due uomini; i nerds troveranno nella figura di Lauda un motivo in più per proseguire sulla loro strada; e tutti gli smemorati infine riusciranno a colmare i vuoti di memoria, le curiosità rimaste sino ad oggi prive di risposta e molto altro.
Con un ritmo cadenzato e progressivamente in crescita, con interpretazioni sorprendenti, con il giusto peso e soprattutto senza fare mai leva sul lato strappalacrime (il film non scivola mai nel melodramma neppure nei momenti più strazianti, attimi che paiono eterni e possono facilmente trasformarsi in tranelli), al contrario decide di mantenere una linea adrenalinica e umana.
Cosa farebbe un ventenne in corsa per il titolo mondiale, occasione di riscatto verso la famiglia e soprattutto se stesso in quella situazione? Questa ė l’unica domanda che pare guidare il regista che ci regala un sicuro Blockbuster (belli e dannati, sport da scariche di adrenalina, dramma condito con battute qua e la, c’è n’è davvero per tutti…) che potremmo definire un lavoro appassionato, passionale, ma non solo per appassionati.
“Rush” supera la prova in maniera sorprendente: la sala ha tifato, trattenuto il respiro, sperato e gioito come da tempo non vedevo fare in un cinema. Le interpretazioni strabilianti, la fotografia calda e la mano decisa dietro la macchina da presa non hanno mai avuto un tentennamento. Voto finale: 7. Fossero tutte così le grandi produzioni!
Da giovedì arriverà anche nei nostri cinema, quindi ora attendiamo i vostri commenti