Magazine Pari Opportunità

Da Waiting a Walking. Riflessioni a margine.

Da Suddegenere

"…..Waiting for some time to myself

Waiting to be beautiful again

Waiting for my child to go to school

Waiting for life to begin again   Waiting . . .  

Waiting for my children to come home from school

Waiting for them to grow up, to leave home

Waiting to be myself   Waiting for excitement Waiting for him to tell me something interesting, to ask me how I feel….” waitingpoem

È degli anni settanta Waiting di Faith Wilding. La sua performance rientrava in un progetto del Femminist Art Program di California-Arts, the Womanhouse. Nel suo brano la Wilding ripercorre i momenti della vita nei quali una donna, appartenente alla classe media americana, deve aspettare. Da quando è bambina a quando invecchia, quasi come se la  vita della donna fosse scandita esclusivamente da momenti nei quali attendere da qualcuno l’autorizzazione a “vivere” (la voce ” lavoro”  non è contemplata nel testo).

Da Waiting a Walking. Riflessioni a margine.
Proprio da Waiting prende spunto un’artista calabrese, Anna Maria Civico, per il suo bellissimo Aspettare 7 aprile, presentato quest’anno a Terni.

“…Aspettare 7 aprile è un’operazione di osservazione, di me e le altre. Un punto della situazione sulle procedure attuate da noi donne, oggi, per sopravvivere, ormai, anche fuori dalle mura domestiche. Molte riflessioni sono simili a quelle della Wilding: aspettare che le cose cambino, che lui mi stringa la mano, aspettare che i figli crescano, ecc. Io valuto il fatto che l’accesso delle donne alla vita produttiva, le abbia consentito anche la possibilità di un accesso, sempre più autonomo, al proprio mondo interiore…” ( da http://www.annamariacivico.it/html/aspettare_7_aprile.htm )

Potrebbe essere, forse, un esercizio di autocoscienza collettiva, per tutte noi, riflettere su quanti momenti della vita passiamo ad aspettare, sia nella nostra sfera di attività lavorativa che in quella piu’ intima,  ma soprattutto chiedersi cosa stiamo ad aspettare e perchè….

Aspettando che qualcuno decida di metter mano alla 194, tanto tutto, sul piano simbolico e nella realtà, mira a dominare il potere che risiede nel corpo femminile

Aspettando che qualcuno decida di portare in Parlamento le proposte di autorevoli esperti in merito al tso o all’elettroshok per il baby blues, tanto il problema non riguarda l’intera comunità ma le donne

Aspettando di diventare la prima nazione al mondo per numeri di casi di violenza familiare, visto che siamo “solo” al primo posto in Europa

Aspettando che una sentenza ci dica che se ci hanno riempito di botte, un buon motivo ci doveva pur essere, tanto una sentenza ha già detto che se abbiamo un carattere forte e le botte arrivano non troppo spesso il reato non sussiste

Aspettando di non poter scegliere, definitivamente, come realizzarci nella vita, perchè qualcuno ha deciso che “per natura” la nostra missione è quella di essere gli angeli del focolare (ma gli angeli ce l’hanno un sesso?)

Aspettando….aspettando…..ma cosa stiamo aspettando a chiedere asilo politico all’Islanda?

E se proprio non vogliamo andare troppo lontano, cosa stiamo aspettando a riappropriarci dei luoghi d’incontro e a portare i nostri corpi in piazza?

Da Waiting a Walking. Riflessioni a margine.
Serve per caso altro?

Da Waiting a walking….aspettare logora.

nota: il 12 luglio  la Casa Internazionale delle Donne (Roma)  proclama lo stato di agitazione permanente. Per chi fosse interessata ogni lunedi’ ore 18,00, via della Lungara 19,  “Comitato per affermare la nostra autodeterminazione e per la difesa dei diritti delle donne”.

seppure Anna Maria Civico sia nata e cresciuta nella mia città, Catanzaro, devo ringraziare per avermela fatta “conoscere” la solita Anita che ha condiviso con me, un po’ di tempo fa, una pagina del blog comunicazione di genere: comunicazionedigenere.wordpress.com. Quindi grazie anche a Mary!


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