Da quando è stato pubblicato, pochi giorni fa, il Rapporto sullo Sviluppo Umano del 2013, qui in Brasile è un fiorire di notizie che, in un modo o un altro, parlano di questo argomento, anche se non ce ne fosse bisogno.
Ecco allora che i vari giornali e media locali fanno a gara per promuovere servizi su quanto sia migliorato questo indice in "soli" 20 anni, ecco che fanno studi, comparazioni e previsioni future su come era e come sarà o "País do futuro", ecco titoli su giornali tipo "Municípios com IDH baixo tiveram contas reprovadas pelo TCE-AM" o "Condomínios podem ter alavancado IDH de Nova Lima", "Cidades com mais atividade comercial têm melhor IDH" o "Para onde vão os profissionais do Mais Médicos" dove, anche se non c'è IDH nel titolo, pubblicano una bella e elaborata "mapa com a distribuição de médicos, segundo o nível de desenvolvimento humano de cada município". Ma la lista è praticamente infinita.
Il fatto è che qui in Brasile hanno l'abitudine di manipolare le informazioni.
Per alcuni paesi l'ONU ha creato dei rapporti più dettagliati, dando così non solo dei valori nazionali, ma di ogni (o quasi) città di quella nazione. Ecco allora che scopriamo che, per esempio, São Paulo do Potengi, nello Stato di Rio Grande do Norte, nel 1991 aveva un IDHM del 0,341 ma nel 2010 tale valore è salito a 0,622. E via dicendo. In questo modo ogni municipio, ogni giornale, televisione o semplice persona potrà dire "Guarda come siamo cresciuti in dieci anni!".
Era già successo quando il Brasile era diventato una potenza economica, sorpassando i poveri paesi europei in crisi. Ecco allora "todo mundo" gridare al miracolo economico, a pavoneggiarsi come se avessero conquistato la Luna, a credersi superiori o migliori degli altri.
Peccato però che sei vai a vedere gli indici IDH nazionali non ci sia nulla di rallegrarsi. Il Brasile rimane ancora al 85° posto nella classica mondiale, superato da nazioni molto più piccole e più povere. Ma è certamente più facile e più comodo mostrare alla gente un dato positivo, anche se poco analizzato, che la dura e triste realtà.
Qualcuno una volta disse: È più facile credere a una bugia ripetuta mille volte che a una verità sentita per la prima volta. Evidentemente i media locali conoscono bene questo detto.