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Creato il 22 marzo 2012 da Abattoir

giovedì 22 marzo 2012 di

È di qualche giorno fa la notizia che in Olanda è nato il primo sexy shop online per cristiani credenti. Sì, avete capito bene: sexy shop per cristiani credenti.

L’idea è venuta a Marc Angenent, ex pastore protestante che ora si dedica alla cura delle disfunzioni sessuali. Afferma Angenent:

Anche i cristiani hanno il diritto di liberare la loro sessualità, senza però cadere nella pornografia.

Molti dei suoi pazienti, infatti, sono cristiani e durante le visite esponevano frequentemente problemi di sensi di colpa e vergogna derivati appunto dal loro credo religioso. I tradizionali sexy shop, dove l’ex pastore indirizzava i clienti per risolvere determinati problemi sessuali, sfociavano spesso in immagini pornografiche, per questo è nato “Il giardino dell’amore” fatto su misura per il cristiano medio. Cuoricini e immagini pure riempiono la home page del sito sul quale è possibile acquistare preservativi, creme lubrificanti e vari giocattoli erotici. Inoltre vengono dati consigli su come affrontare e risolvere determinati problemi legati alla sessualità. 

Un’idea progressista e piuttosto accattivante quella di avvicinare due mondi quasi (potremmo dire) paralleli. D’altronde l’Olanda è famosa per libertà e avanguardia, basti pensare alle vetrine a luci rosse o agli altrettanto noti coffee shop.

Mi chiedo però, entrando in un terreno più controverso: fino a che punto un cristiano può godere della sua sessualità? Qui stiamo parlando di protestanti, una questione diversa dal cattolicesimo, è vero, ma è anche vero che se resti legato all’idea cristiana del sesso non sarai mai libero di godere appieno della tua sessualità.

In tutto il mondo cristiano è un tabù parlare di omosessualità, ad esempio, e molti non accettano questa “inclinazione contro natura”. Cosa succede se sei un fedele cristiano, devoto e praticante e tutto ad un tratto scopri di essere gay/lesbica? Smetti di essere l’una o l’atra cosa (omosessuale/cristiano)?

In fondo, che cosa vuol dire liberare la sessualità? Personalmente lo interpreto come il sentirsi liberi con il proprio corpo e abbandonarsi ai piaceri del sesso, sempre nel rispetto degli altri e di se stessi, quindi come qualcosa basato sul piacere di sentirsi liberi e sul piacere in sé, quando, dove e con chi vuoi (un po’ alla Raffaella Carrà!).

In un’ottica puramente cristiana, l’implemento di questo concetto sarebbe troppo limitato: è peccato andare a trans o fare la pornodiva!

Questioni morali dibattute da anni e che si dibatteranno nei secoli dei secoli, amen!

Voi che ne pensate? Vi immaginereste un sexy shop per cattolici? Sicuramente tra gli articoli in best selling spiccherebbero preservativi bucati, cinture ci castità con pizzi e merletti e test di gravidanza per vergini “Scopri anche tu se Gabriele è passato da queste parti!”.


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