Il comizio di Dacic a Gracanica (Foto Aleksandar Jovanovic)
Di Marina Szikora [*]Mentre e’ in corso la campagna elettorale per le prossime elezioni in Kosovo, sabato scorso il premier serbo Ivica Dačić ha compiuto una visita al monastero di Gračanica. Questa visita accade dopo che precedentemente le autorità di Priština gli avevano negato l’ingresso in Kosovo durante la campagna elettorale. Ma l’ultimo incontro tra Dačić e il suo omologo kosovaro Hashim Thaci a Bruxelles ha portato al cambiamento della posizione kosovara e quindi il via libera ai rappresentanti della Serbia di visitare i serbi in Kosovo anche in questo periodo.A Gračanica Dačić ha invitato i serbi kosovari a votare alle prossime elezioni locali per quelle forze politiche che condurranno una politica unitaria con Belgrado e che cosi’ avranno la capacità di proteggere gli interessi statali e nazionali serbi. Il premier serbo ha detto che per ogni serbo l’arrivo in Kosovo rappresenta un pellegrinaggio. Rivolgendosi ai cittadini riuniti davanti alle porte del monastero di Gračanica, Dačić ha rilevato che Priština non ha nessuna ragione di protestare perché Belgrado si intromette nelle elezioni in Kosovo. I serbi che vivono in Kosovo, ha precisato, sanno di già che una lotta comune per gli interessi nazionali è l’unica garanzia della loro sopravvivenza in Kosovo. Dačić ha aggiunto che la bassa affluenza alle urne della popolazione serba andrebbe a favore di Priština e che quindi bisogna “prendere il potere nelle proprie mani e utilizzarlo per i propri interessi”. Infine, il premier della Serbia ha invitato i politici serbi in Kosovo di essere uniti nella difesa degli interessi nazionali e statali.
Commentando le singole valutazioni che la sua visita in Kosovo è di carattere religioso, Dačić ha detto che questo è vero poiché il Kosovo per ogni Serbo è terra santa e la visita in Kosovo è un pellegrinaggio. Il Kosovo oggi non si difende con le armi, bensì con i mezzi politici: “Basta con le sconfitte in Kosovo, abbiamo bisogno della vittoria e per questo vi chiedo di vincere alla elezioni locali in Kosovo. E' una vittoria per l’unità di Belgrado e per i serbi in Kosovo”, ha concluso Dačić.
A Gračanica pero‘ Dačić non ha preso parte al comizio elettorale della lista civica “Srpska”tenutosi lo stesso giorno in questa località, mentre il premier serbo visitava il monastero ortodosso. Secondo la stampa serba, Dačić non ha potuto prendere parte al comizio su esplicita indicazione delle autorità di Priština. Il comizio elettorale a Gračanica, villaggio situato nel cuore del Kosovo, ha visto la partecipazione di circa 10.000 serbi, rom ed altra popolazione non albanese. I membri dell’iniziativa “Srpska” hanno sottolineato che recarsi alle urne significa contribuire alla formazione dell’Associazione dei comuni serbi in Kosovo.
[*] Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a SudEst andata in onda il 24 ottobre a Radio Radicale
La visita e le parole di Dacic a Gracanica hanno suscitato reazioni diverse da parte delle autorità di Pristina. La vice-premier e capo negoziatrice con Belgrado, Edita Tahiri, ha parlato di violazione del divieto di ingresso in Kosovo ai rappresentanti serbi durante la campagna elettorale. Opposto il giudizio del premier Hashim Thaci che ha detto di aver apprezzato le parole di Dacic e l'invito ai serbi del Kosovo a partecipare al voto. Non ha preso posizione, invece, il presidente del parlamento, Jakup Krasniqi, che ha preferito non pronunciarsi ma ha ricordato di aver votato contro l'accordo raggiunto il 19 aprile, con la mediazione dell'Unione Europea, per la normalizzazione delle relazioni con Belgrado. Nella puntata di Passaggio a Sud Est è possibile ascoltare in proposito anche la corrispondenza di Artur Nura.