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DAFT PUNK | Instant Crush

Creato il 05 giugno 2013 da Exsisto

ramA volte ritornano? Il figlio di Alan Parsons? La maledizione di Alan Parsons? Non ascoltate quel disco (di Alan Parsons)? E’ più o meno quello che ho pensato al primo ascolto di “Instant Crush” quando i primi secondi del pezzo sono un omaggio a Eye in the Sky.
Ed ero così contento che finalmente i Daft Punk mi piacessero così, senza riserve, senza la voglia di seguire le mode musicali, che potrei anche pensare di avere avuto due minuti di estasi…almeno fino a quando non ho avuto il dubbio – non ancora fugato – che data la circolarità delle mode_di_tutti_i_tipi  potrei  essere così antico da aver già vissuto ‘tutto il cerchio’, per cui questo pezzo MAGNIFICO mi piace perchè seimila anni fa mi piaceva Alan Parsons e il periodo dell’infanzia non era ‘slim fit’ ma ‘a zampa e stayin’ alive‘.
Voi riderete, magari, ma segnalo che io invece ora sono serio e depresso e in più allergico a molti se non tutti i derivati di “ai miei tempi” e “amarcord” vari, perciò fate voi (e portate rispetto).

Detto questo, tutto il nuovo album Random Access Memories dei miei nuovi finti paladini anni 70 discodance mi piace alla follia:  ho passato giorni disumani in ufficio allietato solo dalle 13 canzoni nuove di zecca, che a ogni nota ti sussurrano nell’orecchio “questa è una citazione”, dagli Chic ai Bee Gees, dalla zampa alla palla con gli specchietti, anche – così senza pensarci su troppo – Heart Wind and Fire e Kool and the Gang (ma forse qui esagero…) e una s-ciantìna  di norvegesi Röyksopp.

Ebbene, E’ UN DISCO DA ASCOLTARE!!! Dategli più di una possibilità, anche se non siete degli amanti del genere. Ascoltate almeno la “8″ la “5″ e la “3″ in questa sequenza e sappiatemi dire (che ho ragione, eh eh): è veramente una compagnia gradevolissima a volumi bassi, ma se invece alzate i decibel diventa allora necessario comprarvi un completo bianco Tony Manero e la palla da soffitto con gli specchietti riflettenti….perchè una festa la si dovrà pur fare anche se è lunedì pomeriggio, no?

Due parole imprecise sul senso di questo disco: i Daft decidono che, invece di campionare roba vecchia stavolta chiamano gli artisti ‘originali’ perchè suonino in studio con loro (e, a quanto sembra, portandosi dietro i proprio strumenti d’annata).
Figata, eh? Io non ho il servizio di avviso chiamata, ma quelli che invece sì e sono stati chiamati dai Daft accorrono subito e fanno la loro porca figura, e siccome io oggi sono superficiale più di tutte le volte che mi hanno detto che sono superficiale messe insieme, andatevi a cercare gli altri nomi, io citerò solo Nile Rodgers [che, ricordiamolo, miracolò i Duran Duran con l'album Notorious] e Giovanni Giorgio Moroder, che in “Giorgio by Moroder” racconta i suoi esordi musicali…..in un inglese che mi dà GRANDE speranza per il futuro del mio (inglese) dato che in 30anni non ha perso neanche un po’ dell’accento italiano e temo non abbia acquistato granchè di quello americano, ma è evidente che – come la scuola italiana ha mostrato di sapere in anticipo – studiare l’inglese non è indispensabile.

A parte i dettagli pettegoli, anche il pezzo con Moroder (credo una citazione di “Flashdance Theme” uno strumentale dell’album Flashdance), benchè sia “fatto di niente” e uguale dall’inizio alla fine (ma uguale uguale!! giusto una tastierina in più a ogni giro) è una roba che mi si appiccica addosso da subito e mi devo trattenere per non esibirmi in performance ballerine davanti alla macchinetta del caffè (poco zucchero, grazie) come vorrei fare un viaggio più lungo in auto per ascoltarla un’altra volta.

per chiarire: qui si parla di Instant Crush ma solo perchè ormai del primo singolo è stato scritto e ascoltato tutto e lo conoscerete anche se abitate in una grotta: è battutissimo in ogni punto del globo o al posto dell’Alleluia di domenica scorsa alle 11, ma va detto che SE i primi 20 secondi di “Get Lucky” -  con quelle chitarrine funky GRANDIOSE che ti rimbalzano in testa – non ti ancora ancora detto nulla, allora non solo sei morto ma vedi bene di farti la domanda: “era vita?”

Instant Crush è una di quelle canzoni che non so la domanda ma la mia risposta è SI (quasi come disse Woody Allen su altri temi ‘non musicali’) e credo sarà il secondo singolo perchè furiosamente trascinante: il tributo a Eye in The Sky  è solo nell’atmosfera perchè null’altro ricorda quella canzone se non la chitarra, ma già basta per entrare in sintonia con il pezzo, che è in verità molto asettico al primo ascolto: verso ‘tristino’ e preparatorio a un inciso veloce suonato con la tastiera trovata nelle patatine (di solito un’offesa, invece qui è magnificamente vintage),  con mille parole compresse ma ancora non abbastanza lungo per esserne soddisfatt.
Finisco così  per volerne ancora, e ancora, e ancora [è questo il frammento che ho scelto] perchè, stregato da loro, vorrei ascoltare le armonie delle voci ‘vocoder’ digitali per sempre! [e ho capito anche perchè: sono messe lì in disparte ma il pepe del ritornello sono le dissonanze della seconda voce nelle vocali finali "again", "everyday", e soprattutto "friend" ].
Ecco fatta la canzone, il resto della song – bello, ma dopo questo per me tutto viene dopo -  è struttura tradizionale: ancora strofa, assolo di stampo “Brian May/Queen”, poi ritornello in quantità industriale e finale, ma quello che c’è stato già basta e avanza per la primavera che non ho avuto e per l’estate che verrà.

Ci tengo a precisare che la inconsueta brevità e la vaga sintesi di questo post rispetto ai miei altri (nota per i tipografi: brossura, rilegata con punti omega) non deve indurvi a pensare che il pezzo mi piaccia di meno e nemmeno che io sia rimasto senza parole (se, come spesso accade, non ne ho di significative, abbondo con tutte le altre) o peggio senza anima o frammenti.

Cercando l’applauso, confesso che faccio una fatica boia perchè HO POCO TEMPO ma, essendo Valeria ancora in difficoltà con il computer (dice che è troppo lento, e deve essere vero considerato quanto tempo è passato dall’ultimo suo frammento), mi sforzo di tenere vivo il blog e a scrivere qualcosa nei ritagli di tempo: mentre il latte si scalda nel microonde, mentre aspetto l’acqua calda per la doccia, mentre attendo la commercializzazione del l’elisir dell’eterna giovinezza.

Le dimensioni contano? Certo che sì ma è vero anche che se milioni di persone saranno contente della promessa di brevità, altre che volevano arrivare a sera leggendo un solo post saranno deluse.
E’  così difficile accontentare tutti. :-/ e soprattutto me stesso, che avrei voluto ma non potrò mai scrivere qualcosa di compiuto del tipo di “si sta come d’autunno sugli alberi le foglie” (senza specificare il tipo di albero e un paio di sciocchezzuole? impresa impossibile).
All’uopo sto cercando di trovare un modo più schematico e sintetico (che – ho contato le righe anche di questo post – certo non è questo) per riuscire a cambiare registro e, magari, a produrre più frammenti senza brossura.

Chissà, vedremo se questo sarà possibile e leggibile ma mi piacerebbe che [cercando l'applauso, la ola, il "resta come sei", fate voi] il plauso arrivasse anche solo per le intenzioni più che per il risultato (perchè, avete capito, che potrebbe non arrivare).

Riassumendo: disco quasi tutto bellissimo. Instant Crush=figata pazzesca assieme a Get Lucky e Giorgio by Moroder.
Se “la trinità” non ti soddisfa allora non c’è speranza.
Se invece c’è ancora vita sul tuo pianeta allora ascolta tutto: “Within”, Touch”….tutto tutto tutto. Eccetto “Lose yourself to dance”….che mi fa schifo.

5stelle

Il frammento
http://ioego.files.wordpress.com/2013/06/instant-crush_frammento.mp3

Il link al brano completo

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