Leggi la seconda parte
I portali del Destino
Il documentario russo del 2006 "Terzo Reich: operazione U.F.O." esplora le testimonianze circa la base segreta nazista in Antartide e l'attacco sferrato da una flottiglia di dischi volanti all'Ammiraglio Richard Byrd, nel corso della sua missione denominata "Highjump".
Uno dei temi centrali del documento è la presunta esistenza della 'Base 211', la leggendaria struttura ipogea teutonica in Antartide. Richiamandosi all'interesse dei Tedeschi per l'Antartide, le relazioni a proposito del sottomarino U-Boat e la presunta scomparsa di migliaia di scienziati nazisti e ingegneri alla fine della guerra, uomini che non approdarono in Sud America attraverso l'operazione "Odessa", gestita dal Vaticano, né negli Stati Uniti con l'operazione "Paperclip", è dipinto un quadro inquietante.
Il filmato, arricchito con interviste a militari e specialisti russi di alto rango, non rispolvera soltanto le saghe, i riti ed i simboli del nazionalsocialismo occulto (il Santo Graal, la lancia di Longino, la Terra cava, Agarthi...), poiché introduce ingredienti nuovi. Certamente taluni legami possono sembrare delle forzature, ma alcuni fatti sono incontestabili: oltre alla Nuova Svevia, le basi statunitensi in Antartide popolate (diremmo infestate) da agenti della N.S.A. (National security agency) e della C.I.A., il racconto di Byrd a proposito dell'aggressione subìta dal suo equipaggio e le dichiarazioni al Congresso dell'Ammiraglio, secondo cui i "nemici" sono in grado di spostarsi da polo a polo, i numerosi avvistamenti di strani ordigni nel Mar glaciale antartico.
Ci aggiriamo in una landa brumosa dove informazioni, fantasie, speculazioni, inganni tendono a confondersi ed a scambiarsi le sembianze, come nella nebbia fitta gli alberi possono sembrare imponenti pilastri ed archi di una cattedrale gotica. Viene a taglio un aforisma di James Jesus Angleton, responsabile della C.I.A.: "Siamo entrati in un deserto di specchi".
Tuttavia la ricerca non si ferma di fronte all'apparente inverosimiglianza di certe prospettive: così è forse plausibile che gli impianti H.A.A.R.P., non a caso ubicati per lo più non molto distanti del polo Nord, siano finalizzati - come ventilato dagli autori del documentario - a creare dei ponti spazio-temporali. I poli non sarebbero solo dei luoghi geografici, ma dei portali, gestiti con l'irradiazione di apposite energie. I poli sarebbero degli stargate attraverso cui astronavi extraterrestri o ctonie entrano ed escono.
Giancarlo Barbadoro si sofferma sui vari enigmi dell'Antartide, tra cui la mappa di Piri Reis, il caso del Lago Vostok, i resti di un'antica civiltà. Qui ci interessa in particolar modo quanto l'autore scrive a proposito di un presunto timegate antartico: "Viene raccontato da alcuni testimoni che il 27 gennaio 1996, mentre un' équipe di scienziati statunitensi e britannici stava svolgendo delle ricerche in loco, la ricercatrice Mariann McLein comunicò di aver osservato un inconsueto vortice di nebbia grigia al di sopra del Polo Sud. In un primo momento la spiegazione del fenomeno fu che doveva trattarsi di una tempesta di sabbia. Tuttavia, col passare del tempo, la grande nube grigia non cambiava forma né si spostava dalle coordinate in cui era stata registrata per la prima volta. I ricercatori dunque decisero di investigare sull'insolita manifestazione, lanciando un pallone sonda di tipo meteorologico dotato di strumentazioni in grado di rilevare la velocità del vento, la temperatura e la composizione dell'aria. Il pallone, una volta in prossimità del vortice, all'improvviso scomparve alla vista. Recuperata la sonda, furono analizzate le informazioni immagazzinate dalle apparecchiature di bordo e con sorpresa si accorsero che il cronometro di bordo mostrava la data del 27 gennaio 1965, lo stesso giorno del lancio, ma con la data di trent'anni prima. Ritenendo che si trattasse di un errore della strumentazione, i ricercatori, dopo aver controllato che l'equipaggiamento fosse funzionante, compirono più volte l'esperimento, lasciando che la sonda finisse dentro la nuvola bigia sulle loro teste, ma tutte le volte in cui riportavano a terra il pallone, l'orologio installato mostrava ancora l'anno 1965. [...] Le indagini sull'inspiegabile fenomeno sono ancora in corso: si suppone che il vortice sopra il Polo Sud possa essere la manifestazione di un wormhole". [2]
Anche il ricercatore Alfred Lambremont Webre vede nei poli dei passaggi interdimensionali e li collega alle stazioni H.A.A.R.P. Egli ritiene che esse siano delle armi per bloccare le intrusioni degli U.F.O. nonché degli spaventosi strumenti capaci di devastare la Terra. Il nesso non è forse così incredibile. Quali siano gli scopi nascosti dei riscaldatori ionosferici, oltre a quelli accertati inerenti alla modificazione climatica e tettonica, è, però, difficile stabilire, ossia gli Altri (alcuni per lo meno) sono alleati del governo occulto o antagonisti? Vale a dire, H.A.A.R.P. servirebbe a favorire gli ingressi o ad impedirli?
Questa ed altre domande si affollano e diventano sempre più pressanti ora che il portale sta per aprirsi...
[2] Purtroppo l'articolo di Barbadoro non indica le fonti.
Bibliografia essenziale:
G. Barbadoro, Il caso del lago Vostok e altri misteri dell'Antartide, 2012
Id., Le piramidi dell'Antartide, 2012
M. Barbetta, Aldebaran e le Pleiadi, 2004
G. Galli, Hitler e il nazismo magico, 2005
A. Lissoni, U.F.O., i dossier top secret, 2011
R. Malini, U.F.O., il dizionario etimologico, Firenza, Milano, 2003, s.v. Adamski, Meier, Vesco
A. Marcianò, Apocalissi aliene, 2008
C. Paglialunga, Alla scoperta della Terra cava, Diegaro di Cesena, 2010
L. Pauwels, J. Bergier, Il mattino dei maghi, Milano, 1997
M. Pizzuti, Rivelazioni scientifiche non autorizzate, Roma, 2011, capitolo V, L'eredità occulta di Tesla: gli U.F.O. nazisti
Dagli U.F.O. nazionalsocialisti a H.A.A.R.P. (terza ed ultima parte)
Creato il 23 ottobre 2012 da StrakerPossono interessarti anche questi articoli :
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