Andrea ha nove anni, fa la terza elementare ed è quello che si dice un vero fuoriclasse quando si parla di storia e geografia. “Conosce tutto il programma – mi racconta il padre orgoglioso – non ha mai un dubbio o un’incertezza. E di questo devo dire grazie ai videogiochi”.
Dall’età di 4 anni, infatti, Andrea riceve in regalo dal babbo (come si dice in Toscana) videogame dalle trame avvincenti, coinvolgenti ed evidentemente istruttive.
Ho pensato di partire da Andrea per iniziare il mio viaggio alla scoperta della galassia Gamification e delle sue incursioni nel mondo della cultura e dell’arte e ho scelto come prima tappa Giussano.
Dal 4 all’11 maggio proprio a Giussano, nella sala mostre della storica Villa Sartirana, si svolgerà VGE – VideoGame Evolution, iniziativa ideata da GameSearch.it e organizzata con la collaborazione dell’Assessorato alla cultura e alle politiche giovanili del Comune di Giussano, la Game Art Gallery, e con il patrocinio di AESVI (Associazione Editori Sviluppatori Viodeogiochi Italiani).VGE – VideoGame Evolution ha l’obiettivo di promuovere tra il pubblico anche dei non appassionati della console “il lato migliore dei videogiochi, quello che fa riflettere su temi sociali, etici e scientifici”.
A parlare è Emanuele Cabrini, classe 1982, fondatore di GameSearch.it e appassionato organizzatore di eventi culturali. Per Emanuele le parole chiave sono determinazione e curiosità. Io ne aggiungerei anche una terza: generosità, intellettuale e visionaria, una dote da veri pionieri.
Per questo motivo ho scelto Emanuele come guida del mio viaggio alla scoperta del mondo dove si videogioca per cultura. Pronti? Si parte!
Ciao Emanuele, ci racconti come è nato il progetto GameSearch.it?
GameSearch.it è nato a fine 2009 un po’ per necessità e un po’ per gioco. In quel periodo scrivevo per alcuni siti web specializzati in videogame. Si trattava di progetti creati “da” appassionati “per” appassionati, soprattutto giovani, mentre io sentivo l’esigenza di rivolgermi a un pubblico più ampio, che includesse adulti, enti e associazioni.
Così, pur non essendo un programmatore, dopo aver studiato una guida sul linguaggio HTML di base, sono riuscito a creare una versione beta di GameSearch.it. A quel punto due amici specializzati nello sviluppo software mi hanno dato una mano ed è nata la nuova versione del portale con un aspetto vivace ma professionale.Pochi mesi dopo, a giugno 2010, ho organizzato il primo evento dedicato alla storia dei videogame a Graffignana, un piccolo comune della provincia di Lodi.
E come è andata?
Molto bene. All’iniziativa hanno parteciparono tante persone: bambini, giovani, adulti, anziani. Alcuni spinti da pura curiosità, altri per interesse personale, ma questo mi ha fatto capire che anche gli argomenti considerati tabù, se trattati e comunicati nel modo giusto, possono coinvolgere e aprire la mente a chiunque. L’obiettivo di GameSearch.it è proprio questo: fare una critica costruttiva e mettere in luce il lato creativo, culturale e artistico dei videogame.
A questo aggiungo un obiettivo personale: mi piace collaborare con istituzioni ed enti per realizzare iniziative culturali. Credo siano un ottimo strumento per coinvolgere persone e dare vita a nuove idee.
Un’opportunità che fatica a farsi strada in Italia, che ne pensi?
In Italia la politica non è abituata a dare molto spazio alla cultura. Credo invece sia fondamentale: sono le idee e la creatività a infondere coraggio e voglia di mettersi in gioco nelle persone. Nel mio caso sono i videogame a darmi l’occasione di trasmettere questo messaggio.
In ogni iniziativa che realizzo, sin dall’inizio, ho cercato la collaborazione delle istituzioni del territorio. Il primo passo è sempre un contatto con gli assessori alla cultura o alle politiche giovanili, ai quali presento il progetto attraverso delle slide (ma ora a darmi una mano c’è anche un nutrito portfolio di foto e video!). E un’esperienza istruttiva e spesso positiva, ma la strada da fare è ancora tanta…Tu consideri il videogioco uno strumento didattico, ma non solo, puoi spiegarci le potenzialità (espresse o ancora inespresse) di questo mondo?
A parte il lato puramente estetico che oggi raggiunge quasi il foto-realismo, ci sono videogiochi che oltre a intrattenere fanno riflettere su numerosi temi.
Deus Ex: Human Revolution, per esempio, videogame ambientato in un futuro simile a Blade Runner spinge a riflettere sul contrasto tra progresso scientifico e religione. In Mass Effect, invece, il protagonista è il comandante di una nave stellare che viaggia tra le galassie ed entra in contatto con diverse culture.
Chi gioca a Mass Effect è costantemente chiamato a prendere decisioni che non solo influenzano l’evolversi della vicenda, ma incidono sulle sorti dei compagni e sulla sopravvivenza dell’umanità e delle realtà aliene che incontra. Con diversi espedienti narrativi Mass Effect affronta temi come razzismo, imperialismo, etica e tanto altro.
Un caso esemplare è anche Assassin’s Creed II, ambientato nell’Italia del Rinascimento. Gli sviluppatori canadesi del videogame, guidati dall’esperta di arte Cristina Ferrero, hanno fatto tantissimi sopralluoghi in Italia per ricostruire in alta definizione Firenze, Venezia, San Gimignano e Monteriggioni come erano alla fine del ‘400. Nel gioco si viaggia nel passato e si esplorano virtualmente edifici storici come Ponte Vecchio, la Basilica di San Marco. Inoltre, Assassin’s Creed II propone approfondimenti sulle opere e i personaggi (come Leonardo Da Vinci e Macchiavelli) dell’epoca.Questi sono solo tre esempi, ma la lista potrebbe essere molto lunga.
Tante potenzialità, quali sono i punti deboli?
Quello dei videogame è un mercato capace di muovere cifre da capogiro. I report degli ultimi anni evidenziano come il business che ruota attorno a questo mondo abbia addirittura superato il giro di affari del cinema hollywoodiano. Per un gioco che punta a vendere milioni di copie (in gergo diciamo gioco di “tripla A”) gli editori arrivano a investire più di 200 milioni di dollari e questo implica scelte che spesso fanno leva sulle debolezze dell’animo umano.
Si tratta di un problema che affligge il settore dei videogame, ma anche quello televisivo, dell’informazione e molti altri, e che crea strane incongruenze. Nel caso dei videogame che ho citato prima le campagne promozionali non mettevano certo in risalto gli aspetti didattici. Confesso che nemmeno io avrei un’opinione felice dei videogame se dovessi giudicarli esclusivamente da quello che vedo nei media.
Questa situazione ha avuto delle conseguenze all’interno del settore?
Si è creata una spaccatura tra gli appassionati: da un lato quelli che da un videogame vogliono solo intrattenimento, e sono più predisposti a lasciarsi coinvolgere da campagne di marketing aggressive; dall’altro quelli che puntano a qualcosa di più, a un’esperienza. Io mi riconosco in quest’ultima categoria, ma siamo ancora una minoranza.
Anche tra chi sviluppa videogiochi si comincia a percepire un certo fermento: ci sono casi di software house che si distaccano dagli editori perché stanchi di scendere a compromessi che snaturano il loro lavoro per soddisfare regole e appetiti di mercato (è il caso, ad esempio, di Irrational Games).
Il rapporto con le scuole come lo avete costruito e con quali risultati?
Sono state le scuole ad avvicinarsi. La prima volta nel 2011: stavamo preparando l’allestimento di un evento a Brugherio, in provincia di Monza, e senza alcun preavviso arrivò la preside di un istituto insieme agli alunni per una prima visita; tornarono poi nei giorni successivi.
Ricordo che l’iniziativa era ospitata nella sala mostre della biblioteca comunale e l’apertura era prevista solo nel pomeriggio. Per andare incontro alle esigenze della scuola aprimmo anche al mattino. In quella occasione improvvisai delle visite guidate e scoprii quanto possa essere bello ed emozionante far capire ai ragazzi che dietro ogni cosa (anche dietro un videogame) ci sono storie di uomini e di idee vincenti.
E poi?
Da quel momento gli incontri con le scuole sono diventati una caratteristica di ogni evento GameSearch. Soltanto una volta, nel 2012, abbiamo avuto un rifiuto. Gli insegnanti di una scuola dissero di “non volere accompagnare i ragazzi a un’iniziativa che insegna a usare videogame”. Ci rimasi un po’ male perché il nostro obiettivo non è quello di spingere i giovanissimi a videogiocare; lo fanno già senza che nessuno glielo insegni. Semmai l’obiettivo è sensibilizzarli a un utilizzo più consapevole.
I genitori come se la cavano con questi temi?
Devo dire che alcuni mi stupiscono. I genitori dei nativi digitali, in particolare, sono molto sensibili a questi temi e sono convinti che sia importante promuovere un’informazione che approfondisca i temi trattati nei videogiochi. Quasi tutti conservano in casa le vecchie console. Alcuni le usano ancora per giocare insieme ai figli.
Ci presenti l’evento VGE – VideoGame Evolution di Giussano?
La tappa di Giussano di VGE – VideoGame Evolution offrirà un percorso dedicato alla storia dei videogame partendo dagli anni ’40, con la possibilità di provare alcuni classici del passato.
Nelle sale mostre di Villa Sartirana, grazie alla collaborazione con Game Art Gallery, si potranno ammirare opere di arte contemporanea ispirate al mondo del gioco e del videogioco create da artisti italiani. Alcune di queste sono state esposte alla Biennale di Venezia nel 2011 e al Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano nel 2012.
Il giorno dell’inaugurazione, domenica 4 maggio, ci saranno anche tavoli con boardgame e un incontro sul tema “Videogame: tra arte e cultura superando violenza e stereotipi” con ospiti illustri (ore 17.00).L’iniziativa è a ingresso gratuito con orario: 15.00 – 19.00 tutti i giorni.
Videogioco e arte: cosa rappresentano per te?
Per me l’arte è soprattutto espressione, che si tratti di arte classica o digitale non fa alcuna differenza, e lo stesso vale per il videogame.
Semmai, in questi ultimi anni, è la passione che è maturata. Grazie all’esperienza, le collaborazioni e le difficoltà (come tutte le cose anche questo progetto non è stato e non è una passeggiata) che vivo ogni giorno attraverso il progetto GameSearch.it.
In fondo sono soprattutto una persona curiosa!
Grazie Emanuele e in bocca al lupo per VGE – VideoGame Evolution
P.S: Personalmente credo che saranno proprio le persone curiose (e generose) a salvare il mondo. E ora scusatemi, torno a videogiocare, ho ancora tanto da imparare