Incubi. Dicono che siano solo paure che il nostro inconscio ha bisogno di portare alla luce. C’è chi cerca di non pensarci, chi ci rimugina, chi cerca significati nascosti consultando libri o facendo riferimento a credenze popolari e chi invece riesce a trasformarli in qualcosa di positivo, come l’arte. E’ il caso di Luca De Vincentis, fotografo, residente a Roma.
Quando realizza uno scatto, non sta semplicemente rappresentando il mondo attorno a sé, ma il suo dolore, l’inferno, le angoscie e le paure che hanno attraversato il suo cuore e che continua a portarsi dentro. Oceani, macchine, montagne e corpi sono solo un’estensione del suo personale calvario.
Ciò che ama, sono le riprese di notte tra prostitute e fabbriche fumose, in cui tutto diviene pericoloso e irresistibile: incendi, fumo, boschi nebbiosi, persone con denti irregolari, sistemi digestivi e porte girevoli, tutto ciò che succede alla penombra, al calar del sole, lo affascina ed è per lui fonte d’ispirazione.
Ogni angoscia è perfettamente rappresentata dai suoi scatti, grazie al sapiente uso di luci ed ombre, all’utilizzo del colore e ai corpi soli, spauriti o fluttuanti che sembrano quasi voler fuggire da un mondo che non li rappresenta.
Guardando le fotografie di Luca De Vincentis, è chiaro come la creatività sia in grado di portare la luce dell’arte anche dal buio della sofferenza, perché gioia e dolore non sono altro che le facce della medesima medaglia.
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