DAL DIARIO DI KATIA
RIFLESSIONE SOCIALE E PERSONALE
Stamane alle sei e mezza ,al volante della mia due cavalli rossa tutta incerottata e visibilmente malridotta percorrevo la strada per andare al lavoro ad un certo punto mi bloccano dei carabinieri io mi fermo e, sorridendo, dico solo un sommesso buondì ed ecco, devo ammetterlo, ho subito pensato, questi mi mollano una multa chissà per quale motivo."
Uno di loro forse vedendo la mia faccia dice: " Credi forse che abbaiamo?"
Allora mi sono davvero arrabbiata molto, che modo è quello?
"Ma io non credo proprio niente".
Ho risposto seccata.
Quello ha continuato così:
"Tu credi forse di spaventarmi? Voi con i vostri capelli tutti colorati! Ho forse l'aria di uno che si spaventa? Ma fatemi il favore! Vi accolgo con una solenne risata... Vai ragazza vai,
e ci rivediamo tra 10 anni ragazza dai capelli arcobaleno..."
Saluto e riparto pensando a quella strana conversazione e mi vengono in mente dei pensieri risvegliati forse da quell'episodio.
Mi ricordo la canzone "Chi credete che noi siam,per i capelli che portiam..."
Erano i tempi dei figli di fiori...io avevo 4 anni ed ero la figlia dei fiori per eccellenza.
Mio padre, ribelle per natura e convinzione,mandava "affanculo" chiunque lo meritasse, senza mezzi termini...e chiamava maniaci quelli che,secondo lui erano tipi ambigui,e che tentavano di accarezzare il mio bel visino di Alice nel paese delle meraviglie (una volta fece il finimondo per una carezza che mi fece un prelato,un Vescovo addirittura) Insomma ero davvero la figlia dei fiori, mio padre pittore, e mia madre che faceva collanine e orecchini in creta da vendere sulla scalinata di piazza di Spagna.
Io sono praticamente cresciuta sopra quei sacri magici scalini, dove sostavamo parecchi giorni al mese con delle mostre pittoriche. Quelle occasioni di vivere la strada e lo stare insieme agli altri artisti mi hanno insegnato molto...
Un'altra sera,sempre a Piazza di Spagna eravamo con dei parenti Parigini, mia mamma, mia nonna e mio padre che faceva da cicerone per le vie di Roma. Lui aveva ,visti i tempi, i capelli lunghi ed i jeans stracciati e logori al punto giusto,mia mamma, capelli lunghissimi, gonnellona-zingaresca folk tutta colorata ,collanine e bracciali in abbondanza, io con pantaloni scampanati e colorati insomma davvero una famiglia stravagante. L'unica normale era mia nonna che stando con noi aveva il passaporto per non esserlo più. Sulla scalinata dei giovani ragazzi suonavanono la chitarra e canticchiavano...si creò attorno un bel gruppetto di ascoltatori e tra questi anche noi. Arrivò la polizia e disse, a brutto muso, di farla subito finita. Mio padre immediatamente,non ci pensò neanche una volta, si mise a difendere i ragazzi e cercò di fare da paciere. Invece loro, in malo modo insistettero e quando mio padre, anche lui replicò alle loro insistenze, senza complimenti lo caricano sulla loro volante e lo portano in cella. Io, mia madre ,nonna ed i parenti al seguito andammo tutti al commissariato ma non ci diedero nessun ascolto. Mio padre passò la nottata in gattabuia.
Poi come se non bastasse, ho anche uno zio,il fratello di mio padre che, anche lui è una specie di rivoluzionario. Lo è a tal punto che è finito anche sulle prime pagine dei giornali in fotografie di manifestazioni. In realtà pacifiche ma che poi inevitabilmente finivano con pestaggi, sassaiole e anche colpi di pistola...
Questi sono tutti miei ricordi dei bei tempi che ormai fanno parte del passato.
Ragazzi dai capelli colorati e dalle facce per bene che vogliono sembrare aggressivi ad ogni costo pur di ribellarsi a questo schifo di sistema.
Allora anarchici e terroristi.. .e i pentiti....poi la Pantera ...
Ora i giovani, i ragazzi, questi "pischelletti" non dovrebbero proseguire con le lotte e le richieste dei diritti non applicati? Ebbene dove sono? Io non li vedo e non li sento!
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