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Dal Diario di Peppino Impastato

Creato il 25 maggio 2011 da Malacarne_nonconunlamento

 

Dal Diario di Peppino Impastato
a cura di Consuelo Cagnati

In una breve nota autobiografica, Peppino scrive:

Arrivai alla politica nel lontano novembre ’65, su basi puramente emozionali: a partire cioè dalla mia esigenza di reagire ad una condizione familiare divenuta ormai insostenibile. Mio padre, capo del piccolo clan e membro di un clan più vasto , con connotati ideologici tipici di una società tardo-contadina e preindustriale, aveva concentrato tutti i suoi sforzi, sin dalla mia nascita, nel tentativo di impormi le sue scelte e il suo codice comportamentale. E’ riuscito soltanto a tagliarmi ogni canale di comunicazione affettiva e a compromettere definitivamente ogni possibilità di espansione lineare della mia soggettività. Approdai al PSIUP con rabbia e la disperazione di chi, al tempo stesso vuole rompere tutto e cerca protezione. Creammo un forte nucleo giovanile, fondammo un giornale e un movimento d’opinione, finimmo in tribunale e su tutti i giornali. Lasciai il PSIUP due anni dopo, quando d’autorità fu sciolta la Federazione Giovanile. Erano i tempi della Rivoluzione culturale del “Che”.

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