Ugo Pastore, protagonista di Shangai Devil,
così come è stato ritratto da Massimo Rotundo
sulla copertina del primo numero di Volto Nascosto
Da pochi mesi Magico Vento ha terminato la sua avventura in edicola, ma Gianfranco Manfredi è già al lavoro su una nuova miniserie intitolata Shangai Devil. Protagonista di questa nuova pubblicazione mensile, che dovrebbe vedere la luce in autunno, sarà Ugo Pastore, le cui gesta già ci avevano appassionato sulle pagine di Volto Nascosto. Nel frattempo la Gargoyle Books ha pubblicato il nuovo romanzo dell'autore milanese, intitolato Tecniche di resurrezione. Per parlare dei suoi personaggi, dello stato di avanzamento dei lavori di Shangai Devil e dei suoi progetti futuri, abbiamo contattato Gianfranco Manfredi per una breve chiacchierata. Quello che riportiamo di seguito è il resoconto completo.
I N T E R V I S T A A G I A N F R A N C O M A N F R E D I
una suggestiva copertina di Magico Vento
realizzata da Corrado Mastantuono
Sinceramente, non ho avuto modo di rendermene conto, perché anche se si è conclusa una serie, io non smetto mai di lavorare per cui la mia testa se ne sta concentrata sui nuovi progetti. Certo, continuo anche a distanza di mesi a ricevere lettere di lettori che mi comunicano il loro profondo dispiacere per una serie che hanno amato molto e che adesso, dopo la chiusura, stanno rileggendo da capo, come un lungo unico romanzo-saga. Dovrà passare qualche anno perché io possa fare altrettanto. Sarebbe davvero un'esperienza insolita perché non rileggo quasi mai le cose che ho già pubblicato. Sono convinto che una volta concluso un lavoro, questo non appartenga più all'autore ma ai lettori.
Ora che l'avventura editoriale di Ned sembra essersi definitivamente conclusa, come valuti la tua esperienza sulle sue pagine? C'è ancora qualcosa che ti piacerebbe raccontare con Magico Vento come protagonista?
C'erano cose che avrei voluto raccontare, e che invece sono rimaste nella mia testa, per diversi motivi. Anzitutto avevo pensato a un mini-cliclo indipendente che raccontasse le avventure di Ned in mare, durante la guerra di secessione. Mi sarebbe piaciuto ad esempio mandarlo in Cina, senonché alla Cina ho dedicato adesso la mia nuova serie Shanghai Devil. Sarebbe stato riduttivo ambientare una o due avventure di Ned in Cina, non avrei avuto spazio per raccontare bene quel contesto. Un'altra idea che avevo era seguire Ned in Messico e i suoi rapporti con la incombente rivoluzione messicana, ma questo avrebbe comportato una ripartenza, una specie di rifondazione della serie, nuovo progetto a lungo termine, nuovo cast di disegnatori. Insomma tutto molto complicato da un punto di vista produttivo. Un'eventuale ripresa dipenderà da come andranno le "cose del mercato" nei prossimi anni, perchè comporterebbe investimenti e anche una buona dosa di fiducia, anche da parte mia, nella ripresa del western come genere, fiducia che confesso di non avere. Per quanti sforzi si facciano, il western resta distante dalla sensibilità delle nuove generazioni e bisogna pur pensarci ai ragazzi, perché i fumetti sono destinati a loro.
Per un tuo eroe che se ne va, ce n'è un altro che si accinge a tornare nelle edicole della nostra penisola: Ugo Pastore. Quale sarà il filo rosso che collegherà Volto Nascosto a Shangai Devil?
Volto Nascosto si è procurato una nicchia di lettori di notevole livello, più universitari che ragazzini. E tuttavia non è stato un fumetto di nicchia perché ha avuto un ottimo risultato di vendite. C'erano in quel fumetto dei decisi sapori salgariani ben radicati nella tradizione del fumetto d'avventura bonelliano. Sembrava all'inizio un progetto anche più difficile di MV e invece nell'anno in cui è uscito vendeva quasi il doppio di MV. Come mai? Non lo so. Però l'eco continua e Volto Nascosto sta per essere pubblicato in diversi paesi il che è confortante, significa che è un lavoro che si è fatto notare. Shanghai Devil al confronto è una serie assai più avventurosa ed è anche più lunga, perchè coprirà un arco di diciotto mesi. Il filo narrativo è sempre quello delle guerre coloniali, cioè un tipico tema salgariano e visto che quest'anno cade il centenario della morte di Emilio Salgari, mi è parso un modo degno di rendergli omaggio, certo in chiave moderna.
una vignetta tratta dal primo numero di Shangai Devil.
Ugo Pastore ritratto da Massimo Rotundo di fronte ad una fumeria d'oppio
Ti andrebbe di presentarci, naturalmente senza svelarci troppo dell'intreccio narrativo, Shangai Devil?
Ugo Pastore, protagonista di VN, raggiunge suo padre impegnato in complesse trattative commerciali in Cina e resta coinvolto nella rivolta dei Boxer, così chiamati perché il loro simbolo era il pugno chiuso e combattevano a mani nude secondo i precetti delle scuole di arti marziali. Da ragazzo, quando vedevo i film di Hong Kong, quelli di kung fu, non mi ero reso conto quanto fossero radicati nella storia cinese. Quel tipo di epica è molto difficile da rendere in fumetto perché non si può riuscire a rendere con altrettanta efficacia del cinema la vera e propria coreografia dei combattimenti, le tecniche, la spettacolarità dei movimenti. Non potendo sfruttare fino in fondo questo elemento, io ho preferito dare molto spazio al plot, agli intrighi, a lunghe sequenze di azione, insomma a un'avventura davvero scatenata, che parte con un ritmo relativamente "lento" in quanto nei primi episodi era indispensabile raccontare bene il contesto , assai insolito per il lettore italiano, ma progressivamente si sviluppa, fino ad assumere un ritmo a rotta di collo. I primi numeri hanno consentito ai disegnatori di acquistare dimestichezza e sicurezza, più andava avanti il lavoro e più restavo conquistato dalle tavole che ricevevo e questo ha contribuito molto a darmi entusiasmo. Quando poi nella nuova serie sono entrati i disegnatori di MV, cito tra tutti Barbati e Ramella, sono rimasto meravigliato dal fatto che il nuovo contesto (dal western alla Cina) li avesse stimolati a superare se stessi. Una serie lunga come MV fatalmente negli anni rischia una certa ripetitività. Oltre ai lettori, anche gli autori hanno bisogno di novità e freschezza.
Quale sarà la squadra di disegnatori che ti affiancherà su questa nuova miniserie? Ci sarà una continuità grafica con Volto Nascosto?
Abbiamo accentuato le caratteristiche da "linea chiara" che unite alla spettacolarità delle scenografie, dei costumi, dei paesaggi , sarebbe stata l'occasione ideale per una serie a colori. D'altro canto io resto affezionato al bianco e nero, anche perché ritengo che un fumetto a colori richieda un format diverso, cioè con storia più corte in stile Marvel e/o comn un formato più grande, tipo quello franco-belga delle grandi tavole. Leggere 94 pagine tutte a colori e in formato albo, mi disturba alla lunga, il colore rischia di sommergere la storia in sè e gli elementi romanzeschi, a vantaggio di una spettacolarità esteriore e non sempre realizzata bene (persino in Blueberry ci sono numeri dalla colorazione poco riuscita, o al contrario così raffinata che diventa uno spettacolo a sè, parecchio distraente rispetto alla storia). Se posso fare un esempio, comprendo benissimo il successo della collana di Tex a colori pubblicata da Repubblica: indubbiamente la colorazione ha svecchiato le ristampe conferendo al fumetto un aspetto nuovo, però io non riesco a leggerle quelle ristampe colorate perchè ogni volta che giro pagina, i flash della camicia gialla di Tex, sinceramente, mi offendono la vista. Un fumetto a colori dovrebbe essere progettato a colori fin dal principio e comporta un'organizzazione del lavoro e una cura che richiedono tempi assai lunghi.
Oltre a Shangai Devil, quali altri progetti ci sono nel tuo futuro fumettistico?
E' un po' presto per parlarne.
Dopo il West e l'ambientazione di fine '800 di Volto Nascosto (e del suo seguito) ti piacerebbe focalizzare la tua attenzione di narratore su una ambientazione più attuale, magari contemporanea? In tal caso, quali aspetti
della nostra attualità ti piacerebbe raccontare?
Mi sarebbe piaciuto avere l'opportunità di scrivere un fumetto ambientato oggi, qui e ora, e particolarmente attento a tematiche giovanili, però la contemporaneità espone a notevoli rischi di "politicamente scorretto" o all'opposto di "troppo corretto" e dunque ovvio. D'altro canto i temi storici mi attirano molto e credo di essere particolarmente dotato per questo genere di narrativa, tant'é che anche i miei ultimi romanzi sono tutti romanzi storici. Infine credo che occuparsi ad esempio di cos'é successo in Cina nel 1900, cioè prima di Mao, abbia una funzione importante oggi perchè tutti continuano a parlare della Cina e dei cinesi, ignorandone del tutto la Storia e sulla base di luoghi comuni davvero inaccettabili.
Recentemente la Gargoyle Books ha dato alle stampe il tuo ultimo romanzo, Tecniche di resurrezione. Un volume che prende spunto da un ciclo di episodi che hai scritto per Magico Vento. La tua attività di fumettista
come influenza quella di narratore, e viceversa?
Tendo a tenere i diversi campi mediatici in cui ho lavorato e lavoro, abbastanza distinti tra loro, però è evidente che certi temi e certe mie inclinazioni riecheggiano tra un lavoro e l'altro. "Tecniche di resurrezione" per la verità non ha alcun rapporto con MV, se non per un breve capitolo che rievoca la permanenza di uno dei personaggi tra gli indiani d'America. Di simile a MV, c'è un interesse per temi "magici" che intrecciandosi a quelli storici, creano un bizzarro corto circuito tra Cronaca e Leggenda, al punto che non si riesce più a distinguere l'una dall'altra.
UPDATE
Dopo tanta attesa è stata finalmente annunciata la data di pubblicazione di Shangai Devil.Il primo albo della nuova miniserie di Gianfranco Manfredi sarà, dunque, distribuito a partire da sabato 8 ottobre, si intitolerà Il trafficante d'oppio e sarà affidato alle matite di Massimo Rotundo (mentre alle copertine della serie troveremo il sempre eccellente Corrado Mastantuono).
Ecco in anteprima la copertina del volumetto
shangai devil 1