Dal fondo della notte successiva, gonfia di vento, di nuovo soli sul ponte, i due uomini tengono in mano un gin, di tanto in tanto lo portano alla bocca.
Mauro ha incalzato Lino fino a stanarlo: mio fratello ammette che non è felice. La diversa risposta all’infelicità che li accomuna, spalanca la distanza tra di loro.
– Non sono mai stato una persona seria, però tu… – Dalla cambusa mi arrivano brani di una litigata sottovoce. – …Tu hai talento! È vero, grondi talento da ogni poro! Ma, porca miseria, ammettilo, non per il matrimonio! Vogliamo chiederlo a mia sorella?
– Saresti più onesto tu che non t’impegni mai?
Mauro frantuma la frase in una risata amara.
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