Un attimo dopo, lei sta grondando sangue. Scompare rapidamente da questa terra, così come ogni ragione dell’esistenza di Mauro. E il mio odio per lei si tramuta per sempre in una pietà infinita.
Se solo potessi, scambierei subito la mia vita con la sua.
– Si chiamava Marta.
– Lui l’amava?
– Tanto.
– Ma poi ha sposato te.
– Amava ancora lei.
– …Perché me lo hai raccontato?
– Davvero non lo immagini?
– Che succede? – fa Lino comparendo in cambusa. Simona ne approfitta per uscire, se lo tira dietro e lascia sottocoperta il suo sguardo inquieto.
Dopo un lasso di tempo utile a riprendere il controllo, decido di raggiungere Mauro fuori, accanto agli altri due.
Gli faccio una carezza. Si sposta, ma mi mette la sua giacca addosso e dice:
– Hai freddo. – E non è una domanda. Si alza e si allontana, senza aspettare una risposta non dovuta.
(continua)
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