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Dal letame nascono fiori?

Creato il 19 agosto 2013 da Mcnab75

Io Ibra

Più di un mese fa ho visto in TV un breve servizio dal Salone del Libro di Torino.
Si trattava di brevissime interiviste ad alcune scolaresche (di quinta superiore) in gita a quell’evento. Le domande erano tutte sulla lettura. Come è facile intuire le risposte che i giovinastri davano alla divertita reporter erano alquanto agghiaccianti.
Quasi tutti i ragazzotti dicevano di leggere un libro l’anno (e secondo me arrotondavano per eccesso). Nessuno di loro, tranne una ragazza, ha saputo citare un titolo specifico tra i libri letti di recente.
Un ragazzo ha orgogliosamente affermato di aver “iniziato a leggere” la biografia di Ibrahimovic. Un altro si ricordava che “da piccolo” (?) apprezzava Harry Potter. Una tizia ha prevedibilmente citato Twilight come un libro che giudicava perfetto.
Vabbé, il panorama è desolante, e questo si sapeva, anche se averne le prove audiovisive fa un certo senso.
Però…

Harry Potter, Twilight, la biografia di Ibrahimovic…
Titoli che un lettore forte sopporterà a malapena, o forse nemmeno. Sì perché andiamo dal sufficiente nazional-popolare (Potter) al trash puro e semplice (Twilight), passando per un libro probabilmente scritto bene, ma che ha come figura centrale uno sportivo odioso e senza spessore umano di alcun genere (Ibra).
E i ragazzi, a quanto pare, leggono questa roba, oppure niente.
In effetti i dati di vendita confermano il suddetto trend, che porterebbe ogni scrittore degno di questo nome a dedicarsi ad altro.

Eppure io voglio trovare qualcosa di positivo in tutto questo disastro culturale.
Leggere – anche leggere schifezze – è pur sempre meglio che non allontanarsi del tutto dal mondo dei libri.
Spesso accade che ci si appassiona a delle robe orrende, tipo Twilight o Licia Troisi, salvo poi scoprire che esistono varianti più mature, più belle, più interessanti.
Insomma: il salto di qualità è pur sempre possibile.

letture impegnate

Chi invece non toccherà mai un libro per tutta la sua gioventù difficilmente riuscirà ad appassionarsi alla lettura in età adulta. Non capita quasi mai.
Dunque occorre forse essere un po’ più comprensivi coi ragazzini che si appassionano di porcherie. Qualcuno – sappiamo chi – preferisce catalogarli come “ritardati” e deriderli. Da un comportamento del genere non può nascere nulla, se non delle pseudosette di saccenti che non riusciranno mai a far capire che la lettura è bella. Anzi, probabilmente non è nemmeno nel loro interesse farlo.

Certo, ci sarebbe anche da discutere sul fatto che né la scuola né la famiglia aiutano l’adolescente medio all’appassionarsi di libri. Con tutto che oramai esistono mille distrazioni più immediate e instintive, Internet in primis, pare davvero difficile immaginare l’Italia come un paese di futuri lettori.
Ma forse sbaglio, magari sono troppo pessimista.

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(A.G. – Follow me on Twitter)


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