Dal libro al film.

Creato il 03 novembre 2014 da Scurapina

Non amo le trasposizioni cinematografiche dei romanzi di Agatha Christie (e mi risulta che non le amasse neppure la celebre scrittrice), mentre ho letto e riletto più volte le sue storie appassionandomi ogni volta alla incredibile attività di creare intrecci geniali ed atmosfere ricche di suggestioni.

Sono proprio le atmosfere che i film non riescono a riprodurre: non è facile infatti ricreare la quieta banalità di un salotto vittoriano, di una grande villa di campagna, di un albergo antiquato nel cuore di Londra dove sembra che nulla succeda, che la vita trascorra tra un tè delle cinque e un pranzo in famiglia nella più assoluta normalità, anche se le relazioni tra le persone raramente sono quelle che sembrano e sotto la quiete  apparente si agitano tensioni e malvagità che, fatalmente, portano al delitto.

L’autrice prende  per mano il lettore e lo guida attraverso il racconto senza nascondere nulla, ma barando senza alcuna clemenza così, alla fine, il povero malcapitato, irretito tra colonnelli in pensione e vecchiette zuccherose, tra giovani scapestrati e vicari un po’ svaniti, si trova improvvisamente al cospetto della soluzione del delitto assolutamente logica, ma altrettanto assolutamente inaspettata.

Sono convinta che le immagini siano poco adatte per raccontare il complesso districarsi della storia, le infinite sfaccettature dei personaggi (che rischiano di ridursi a grottesche macchiette), i profumi stantii e i colori un po’ spenti degli ambienti.

Per questo continuo a leggere i libri.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :