Il mare della Riviera di Rimini ha delle sentinelle, prossime allo sguardo e al passo. In poche decine di minuti dalla costa si raggiungono le colline del riminese e le montagne che caratterizzano il suo mare verde. Poche province offrono, così a brevissima distanza tra loro, mare, montagna e colline. Un ambito quest’ultimo che per buona parte risulta mosso dalla mano dell’uomo che da secoli lo coltiva e da cui riceve uva, olive, grano, foraggio, ortaggi, ma conserva tratti di autentico paesaggio boschivo e vegetazione spontanea. Due sono le principali vallate, bagnate dai fiumi Marecchia e Conca, affiancati da comode piste ciclabili.
Valli che invitano ad essere percorse per godere gli anfratti più reconditi. Come quella minore attraversata dal torrente Marano che a Coriano struttura un bel Parco fluviale. Il Marecchia nasce tra plurime gocce d’acqua da un prato sul Monte della Zucca, non lontano dalla sorgente del Tevere, dove la regione Emilia Romagna confina con la Toscana, scende verso il mare con la forza torrentizia che, a intervalli di decenni, ritorna a dominare il suo alveo con grinta e potenza. Raggiunge il Montefeltro romagnolo, lambisce la Repubblica di San Marino e sfocia in una Rimini che ha deviato la sua foce, per lasciare tranquille le acque del suo porto. Lo sguardo raggiunge morbide colline d’argilla ma d’un tratto si imbatte in speroni di arenaria che si ergono ai lati del torrente. Non sono autoctoni, sono giunti attraverso quella che viene definita la colata gravitativa del Marecchia, che li ha condotti come zattere dal Tirreno finché non hanno trovato stabilità su quelle argille anticamente lambite dal mare. Punti di attrazione ambientale le vene del gesso a Torriana, dove c’è anche l’Oasi di Protezione faunistica e non lontano, il Centro di educazione ambientale del WWF, Oasi di Ca’ Brigida, a Verucchio, e salendo il verde montano incontaminato del territorio di Casteldelci e del Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello – 4847 ettari, distribuiti tra le province di Rimini e Pesaro e Urbino, con il suo Museo naturalistico a Pennabilli – che offre uno dei boschi di cerro tra i più estesi d’Italia e due mese che sembrano appartenere ai parchi del Colorado.
Il Conca nasce sul Monte Carpegna, la cima di oltre 1200 metri che d’inverno si presenta quasi sempre innevata ed è attrezzata con impianti sciistici, scende attraversando alcuni comuni della provincia pesarese prima di entrare in quella di Rimini e sfociare in Adriatico nell’elegante Portoverde nel Comune di Misano. Nel 1878 è stata costruita lungo il suo corso una diga che formò un lago artificiale, il bacino del Conca. Il lago è situato tra i comuni riminesi di Misano Adriatico (nella frazione di Santa Monica dove c’è l’autodromo Misano World Circuit) e San Giovanni in Marignano; in prossimità del lago passa l’autostrada A14, da cui è ben visibile. Oggi il bacino viene prevalentemente impiegato per usi agricoli ed è stato inserito nel Parco fluviale del Conca. In Valconca le prime colline dell’Appennino si affacciano al mare Adriatico, che milioni di anni fa le lambiva, cariche di suggestioni ambientali. Sono disegnate da campi coltivati a grano, a foraggio, a vigne e uliveti rinomati per la qualità dei loro frutti. Anche qui risalendo il fiume non manca di incontrare una natura selvaggia, che regala passeggiate tra i castagneti, nei boschi di Montefiore Conca e Gemmano, e lungo i torrenti si presenta con ampi corridoi di vegetazione spontanea, con la presenza di infinite varietà di piante e fiori tra cui l’ontano e molteplici specie di orchiadee. Una perla rara si offre poi in quest’area, posta nel comune di Gemmano e lo spettacolo della natura si fa grandioso, oltre che
interessante sotto il profilo geologico e faunistico. Si tratta delle Grotte di Onferno inserite in una Riserva Naturale Orientata di 123 ettari tutelati per l’indubbio valore naturalistico. Le Grotte sono un complesso carsico con un percorso di oltre 750 metri, originato da un corso d’acqua che ha scavato rocce gessose e ospita una delle colonie di pipistrelli tra le più numerose e varie d’Italia. A poca distanza si trovano la suggestiva Valle del Ventena, tra Gemmano e Montefiore Conca, e a Mondaino i piccoli scrigni di bellezza della Val Mala e dell’Arboreto, il giardino botanico di nove ettari e seimila specie arboree che è Centro di educazione ambientale. Ovunque, sulle alture della provincia si incontrano punti panoramici mozzafiato e la bellezza del paesaggio assume il valore di monumento, così come lo sono i tanti alberi centenari, i “patriarchi” arborei che sono disseminati nell’intero territorio.