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dal Metodo al Merito

Creato il 14 novembre 2012 da Marcodalpozzo @marcodalpozzo
Nel merito, dei contenuti, credo si sapesse già moltissimo. Del confronto tra i Fantastici 5, invece, ha colpito tutto o quasi del metodo, del contenitore. Ecco qualche articolo interessante sull'argomento:
Confronto tv: primarie Pd, alla fine più festa che guerra
Un dibattito diviso nettamente in due parti. Serio, ingessato e impacciato nella prima parte , quella con le domande uguale per tutti a turno, rispondendo al giornalista ( “eh no così riparte il talk show!” dice il collega, quando vuole riportare all’ordine i candidati ); sciolto, irridente e persino sorridente nella parte finale, quando arrivano le domande del pubblico.
Il confronto: una mezza rivoluzione tv che fa bene al Pd
La Rai avrà tempo per recuperare, ma certo il segnale (satellitare) dev'essere arrivato forte e chiaro a Viale Mazzini, visto che la scelta di Sky è stata fatta da chi, presumibilmente, governerà l'Italia tra mesi al massimo. Al di là dello share, che non sarà paragonabile a quello della tv generalista, la formula della tv di Murdoch per il confronto tra i candidati alle Primarie del centro-sinistra è una mezza rivoluzione rispetto ai dibattiti all'italiana.
Confronto Primarie: nuovo record per la social tv e Primarie, il confronto è in tv Ma la discussione è su Twitter
I picchi principali di discussione si sono avuti in tre momenti topici: il primo delle 21.22 quando i cinque sono stati invitati a rivolgersi a Sergio Marchionne, il secondo alle 22.22 quando Bersani e Vendola citano rispettivamente Papa Giovanni e il Cardinal Martini come figure di riferimento della sinistra, il terzo alle 22.28 durante gli appelli conclusivi.
I termini più citati nei messaggi di testo di 140 caratteri sono stati quelli dei candidati, nell’ordine Renzi (42.688 tweet), Bersani (30.358), Vendola (29.336), Tabacci (16.349), Puppato (14.055). Di seguito Marchionne (3.998) e il tema del “lavoro” (3.448).
Applicando la “sentiment analysis” alla mole di tweet analizzati emergono le opinioni espresse nei confronti dei candidati. Renzi e Bersani sono quelli che ne escono meglio con più messaggi positivi, rispettivamente 55% e 54%, che negativi associati ai loro nomi.
Dibattito primarie: quando il video lineare non basta più
Questo blog intende tuttavia suggerire che si può andare oltre, rompere radicalmente la linearità del racconto video in particolare in formati come questi nei quali sono poste domande sostanzialmente uguali a personaggi differenti. In questi casi è possibile utilizzare uno strumento che, in alcuni esperimenti effettuati negli anni passati, chiamammo la “video griglia”.
E’ un modo tipicamente digitale di pensare e proporre una informazione video (o anche audio!): i singoli “atomi” informativi possono essere composti in sequenze diverse, dando vita a diverse “molecole” di significato, composizione che avviene secondo i criteri di rilevanza di ogni singolo utente, non del cronista. Tanto più interessante quando i contenuti “atomici” sono estratti da un racconto lineare come il dibattito televisivo dal quale abbiamo preso spunto e si rendono disponibili per nuove aggregazioni.
#csfactor primo fra i trending topic sigla il successo del dibattito televisivo su SKY dei cinque candidati alle primarie del PD
A questo punto è importante dire, che se ieri sera ci sono stati due vincitori , c’è stato sicuramente un perdente  ed è stata la televisione pubblica, la RAI ha infatti perso  un’ottima occasione per vivere  da protagonista il nuovo modo di raccontare e fare avvicinare alla politica la propria platea televisiva e in ultima analisi  trattandosi di servizio pubblico, tutti i cittadini.
Insomma: perde la televisione pubblica; vince di sicuro il centro sinistra e, forse, nel centro sinistra, vince Renzi. Il problema è che gli ascolti non sono stati poi così alti e 22.000 twitteros non credo siano un gran numero: in altre parole, siamo lontani dal mainstream. Ecco il motivo per cui, per quanto carica di fascino, vedo ancora troppo complicata l'uscita dal video lineare.
C'è però da dire una cosa: negli ultimi due grandi appuntamenti elettorali italiani (le amministrative, quelle di Milano e Napoli, e i referendum), il Web ha di fatto anticipato risultati che il mainstream non aveva pronosticato invertendo una tendenza che aveva sempre visto il Web italiano uno strumento non idoneo alla previsione del risultato; questo significa che una lontananza dal mainstream di questo confronto/evento non deve preoccupare. Si comincia dal metodo, dalla forma, dal contenitore per arrivare poi al contenuto (perchè il metodo, la forma, il contenitore, quando mettono un politico a nudo di fronte ai tuoi potenziali elettori, non è assolutamente secondario).

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