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Dal paradiso dei surfisti all’inferno delle farm

Creato il 16 ottobre 2012 da Guidoeug @EugenioGuidotti

Surfers Paradise, Gold Coast, QLD, 16 ott 2012, ore 09:44, biblioteca

Dal paradiso dei surfisti all’inferno delle farm
  Arrivando da Southport, una carinissima città situata appena prima del paradiso, tutto quello che si vede è il blu. Laggiù, lungo la Gold Coast Highway, una fila quasi infinita di grattacieli tutti illuminati di blu. Arrivarci sotto è ancora più ammaliante. Le luci, i palazzi altissimi che svettano a pochi metri dalla spiaggia. La sabbia illuminata da luci blu e il rumore delle onde che rombano nel buio della notte. Non poteva esserci benvenuto migliore. Surfers Paradise, letteralmente paradiso dei surfisti, è la città principale della Gold Coast. E’ uno dei luoghi più vivaci di tutta l’Australia. La guida raccomanda di non venire qui per le vacanze di novembre e dicembre. La città è invasa da studenti in vacanza che fanno baldoria dalle prime luci del mattino a notte inoltrata e poi il giorno dopo ricominciano. Anche senza gli studenti, comunque, la città è molto viva anche di notte. Feste, locali, ubriachi e negozi aperti fino a tardi rendono Clermont solo un lontano ricordo. Il territorio di questa zona ricorda la Florida e difatti Surfers Paradise è spesso paragonata a Miami Beach. Una lunga striscia di terra corre parallela al litorale e sopra questo fazzoletto si sono ammassati grattacieli, alberghi e resort. Appena dietro ai grattacieli, isolette e canali si diramano a perdita d’occhio. E’ una specie di Venezia super estesa, ma anziché palazzi ottocenteschi ci sono case basse di legno, porticcioli e infinite barche. E’ una zona residenziale vastissima costruita sull’acqua e a contatto con essa. Per gli abitanti è molto più pratico avere una barca piuttosto che una macchina. Vista dall’alto del Q1 Skypoint, il grattacielo residenziale più alto del mondo, è una vista che lascia senza fiato.
Dal paradiso dei surfisti all’inferno delle farm
Appena il sole scende lontano dietro ai monti che circondano questa valle di terra e acqua e cemento, tante lucine azzurre illuminano il lungomare. Piano piano, mano a mano che l’oscurità avanza, sempre più luci vengono all’evidenza e la città si prepara per la notte e la baldoria. La vista dalla spiaggia, invece, con i grattacieli che sembrano quasi arrivare al mare, è una delle immagini più diffuse in tutta l’Australia. Il mare è relativamente sicuro a questa latitudine e nonostante le meduse morte si affollino lungo il bagnasciuga, i bagnanti ed i surfisti sono tantissimi. E’ un luogo perfetto per passare le vacanze con gli amici e gli studenti di cui sopra non sbagliano affatto.

Per quello che riguarda me questa città coincide con la fine del viaggio lungo la East Coast. Adesso è solo un lento arrivare a Sydney per riconsegnare il van. Ha anche coinciso con i miei primi tentativi di trovare una farm per ottenere il rinnovo del Working Holiday Visa per il secondo anno. Mi ero concentrato sulla Tasmania e le sue piantagioni di ciliegie, ma la raccolta non inizia che a gennaio. Ho quindi volto il mio sguardo all’Australia del Sud, ai vigneti della Barrossa Valley e al caro vecchio Western Australia e alla zona di Carnarvon, ma finora nessuna notizia. Ho circa cinque giorni per trovare qualcuno disposto ad assumermi, altrimenti sarò costretto a dirigermi dal mio amico a Bowen e chiedere se hanno posto per uno schiavo in più. Dal paradiso all’inferno.

Dal paradiso dei surfisti all’inferno delle farm



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