Dal Parco dello Stelvio una lezione di autogoverno

Creato il 22 dicembre 2010 da Zfrantziscu
Continuerà a chiamarsi formalmente “Parco nazionale”, ma quello dello Stelvio sarà amministrato da Bolzano e da Trento e, se ci vorrà stare, dalla Lombardia che insieme alle due province autonome hanno dato terre alla più grande riserva in Italia. Il provvedimento fa parte delle norme attuative approvate dal Governo italiano e dalle due province e che, oltre all'autonomia di gestione dello Stelvio-Stilfser Joch, riguardano anche la garanzia di effettivo bilinguismo nella magistratura in Sud Tirolo dove verrà prevista una prova di conoscenza della terminologia giuridica in italiano e tedesco.Si conclude così una battaglia trentennale condotta soprattutto dalla Sud Tiroler volkspartei a favore di una gestione autonoma del Parco e contro la filosofia e la pratica centralista della legge sui parchi. Quella filosofia che, sia detto per inciso, è stata per tre lustri con successo contrastata dalle comunità del Gennargentu, destinato a diventare parco sotto la direzione e la gestione di un ente di nomina ministeriale. Da questa non tollerata volontà prevaricatrice né Edo Ronchi, padre della legge 394 del '91 e poi ministro dell'ambiente, né i ministri successivi, né il presidente della Regione sarda Palomba, hanno mai voluto recedere. Altrimenti, forse, il Parco del Gennargentu potrebbe esser cosa fatta. Chiusa la parentesi.Naturalmente, il decreto di attuazione ha suscitato le ire dell'opposizione e soprattutto delle associazioni cosiddette ambientaliste e della ministro Prestigiacomo. La prima, come è ormai abitudine, evoca la violazione della Costituzione (“è lo Stato che deve tutelare l'ambiente”) e, per non farsi mancare nulla, accusa il governo di voler pagare così l'astensione della SVP nel recente voto di fiducia in Parlamento. Cose di politica che qui poco interesse hanno. Ma sono le associazioni cosiddette ambientaliste che stupiscono per la loro incapacità di considerare le autonomie come valore in sé. Ci hanno sbattuto la fronte contro le comunità del Gennargentu, dell'Abruzzo, del Veneto e dell'Emilia etc etc, e continuano con la tiritera contro le Regioni e le amministrazioni locali che sarebbero incapaci di tutelare gli ambienti naturali su cui insistono. Quasi che fossero stati Wwf, Legambiente, Italia loro e compagnia cantante a preservare gli ambienti naturali che vorrebbero, ora, amministrare in cointeresse con i delegati di governo.Almeno fosse vero che lo Stato è in grado di tutelare l'ambiente (ma anche i beni culturali, vedi Sa pala larga e Pompei). Ma così non è. È solo una concezione statolatra a guidare certe posizioni. Mi sa che il miglior commento a questa vicenda dello Stelvio sia quello di una deputata bolzanina del Pd, Luisa Gnecchi, che in contrasto con il suo partito, ha detto ''Per il futuro del parco nazionale dello Stelvio mi fido più del governatore Durnwalder, anche se è un cacciatore, che del governo Berlusconi e del ministro Prestigiacomo che proprio oggi non ha votato con la maggioranza e ha lasciato l'aula”. Aggiungendo: “Non temo confronti. L'Alto Adige ha sempre dimostrato di tutelare il territorio meglio di qualsiasi altro ente. Mi fido più di Bolzano, Trento e Milano che di Roma che nel bilancio 2010 non ha stanziato nemmeno un euro per il parco nazionale dello Stelvio''.

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :