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Dal Presidente /Giallo Tanzania

Creato il 19 ottobre 2014 da Marianna06

 

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L’indomani, puntuale come un orologio svizzero, padre Alex è nei pressi della residenza privata del Presidente.

Scende dal Toyota polveroso e malandato per  i troppi spostamenti e  lo accoglie al cancello il segretario.

Questi gli fa strada attraverso un parco- giardino degno di un orto botanico occidentale molto speciale, in quanto ricchissimo di rare piante esotiche.

La piscina e il campo da tennis ,alle spalle dell’abitazione, sono coperti in lunghezza dall'estensione dell’intera costruzione.

Ma le voci di chi nuota o gioca ,che giungono fino a lì, ne rivelano senza dubbio l’esistenza.

Dopo alcuni metri di percorso il missionario è introdotto nella dependance della casa, poco distante dall’edificio principale, che è un po’ anche lo studio privato del Presidente, utilizzato nei rari momenti di libertà.

Bukhara autentici coprono il pavimento in cotto e tende di seta di color avorio pendono alle porte-finestra,che danno direttamente sul curatissimo prato all’inglese.

Qualche Monet di piccolo formato ad una parete, acquistato di certo in qualche prestigiosa asta a Londra o a Parigi, fa mostra di sé  assieme a opere di prestigiosi autori del luogo e, addirittura, affianca un  De Chirico, dono di un amico, un noto imprenditore italiano molto spesso laggiù per affari.

La parete opposta,invece, è rivestita da una stramba raccolta di corazze di tartaruga,ciascuna di differenti dimensioni.

Il Presidente riceve padre Alex con un sorriso cordiale,com’è suo solito, e in un mix di swahili e inglese gli dà il benvenuto, facendolo accomodare in una comoda poltrona di cuoio antico.

Il missionario non può non riflettere sulle vistose contraddizioni tra il lusso, che sta osservando in quell’istante e in quel contesto e le enormi povertà in cui s’imbatte, quasi ogni giorno, quando visita i villaggi rurali o certi ambienti degradati in città.

Poi, però, scaccia immediatamente via  questo genere di pensieri e si rivolge al Presidente per spiegare l’urgenza e il motivo della sua visita.

L’altro lo ascolta in silenzio. Probabilmente sa tutto. Ma finge di non sapere.

E ,alla fine dell’esposizione dei fatti, promette caldamente il proprio interessamento.

Stia tranquillo, padre - dice il Presidente.

Siamo un paese civile e rispettiamo i nostri morti, quale che sia la confessione religiosa cui  essi appartengono- completa.

E’ un problema risolvibile e chi ha mancato, colui o colei, sarà punito- aggiunge.

Farò e faremo del nostro meglio tanto io che gli uomini del mio partito-conclude.

Padre Alex ringrazia anche se teme si tratti solo di una  gentilezza di facciata come sono usi manifestare, in caso di richieste, quasi tutti i notabili del luogo, specie se politici.

E per giunta in attesa di rielezione.

I due, data l’ora, prima del commiato bevono un “Ballantines” ghiacciato per aperitivo,tratto dal frigo-bar fornitissimo dello studio e l’incontro termina qui.

Sulla via di ritorno a Bunju padre Alex guida ma è visibilmente nervoso.

E ripete a se stesso ad alta voce :”Staremo proprio a vedere!!!”.

Nel mentre un riccio spinoso di grosse dimensione gli appare, inatteso, sulla carreggiata e lo costringe a una brusca frenata.

Quegli aculei gli mettono i brividi quasi li sentisse sulla sua persona.

Ma, qualche istante dopo, assicuratosi che il fuoristrada non potrebbe danneggiare l’animale, riprende come niente fosse stato la marcia.

     

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                                                                                                              (continua..)

 

                                          a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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