Così esordisce, senza mezzi termini, l'annuncio che viene dato circa i risultati di uno studio interdisciplinare presentato di recente in un convegno presso l'Università di Notre Dame dell'Indiana (USA).
Sconsiderate pratiche e credenze sono diventate comuni nella nostra cultura, come ad esempio l'uso del latte artificiale, l'isolamento dei neonati nella propria stanza o la convinzione che nel rispondere troppo velocemente alle loro sollecitazioni si finirebbe per 'viziarli', dice Dacia Narvaez, professoressa specializzata di psicologia presso l'Università.
E dunque allattamento al seno, rispondere al pianto del neonato, avere con lui un contatto continuo, 'portarlo' (sia mamma che papà) costituiscono quell'attachment parenting con "ancestrali radici che ha mostrato avere un positivo impatto sullo sviluppo cerebrale del neonato", sottolinea sempre la dottoressa Narvaez.
Ancora e ancora sollecitazioni dal mondo scientifico, dunque, che spingono noi genitori al recupero di un rapporto stretto con i figli che è stato condizionato, nel tempo, da luoghi comuni e massiccia disinformazione commerciale fuorviante, con ciucci, carrozzine e biberon che affollano le "liste di nascita". Occorre fermarsi e sforzarsi di guardare le cose dal punto di vista del neonato - e dei suoi bisogni - quanto più possibile. L'amore è un fatto concreto e l'istinto genitoriale è innato, Occorre ascoltarlo, seguirlo, sfoltendo la testa da tante chiacchiere insensate che arrivano spesso e volentieri da chi ci sta intorno.
Potete leggere l'articolo nella sua veste originale a questo link.