1996: From Dusk Til Dawn di Robert Rodriguez
Grande successo di pubblico (specie giovanile), critica divisa:
“Brillante, vivace, senza tregua…” (MyMovies), “Che bello sarebbe se Tarantino non esistesse…” (il Farinotti), “Il film è una sagra del tarantinismo più trash, in altalena tra la parodia cinica e l’estasi del pecoreccio” (il Morandini), “Un mix scatenato, accelerato, sfrenato, esagerato, veloce…” (La Stampa), “Un’avventura ritmata da una gran colonna musicale e da un montaggio sicurissimo nonché costellata di prese in giro ai luoghi comuni del cinema hollywoodiano e di omaggi ai classici del genere”, (Filmtv.it), “Un fumettone sanguinolento e fracassone da antologia” (Il Cinemaniaco), “…forse la chiave di tutto è la scena in cui Tarantino fa fuoco e fiamme usando come miccia, attenzione, carta igienica. Sara una metafora?” (Il Messaggero).
Dal tramonto all’alba è il classico film in parte rovinato dal troppo parlare e scrivere: prima di vederlo impossibile non conoscerne la trama, i risvolti, le caratteristiche. E così salta la sorpresa che Robert Rodriguez (regista) e Quentin Tarantino (sceneggiatore) volevano riservarci. Tratto saliente del film è infatti una seconda parte del tutto imprevedibile che spiazza totalmente lo spettatore (e che si conclude con una suggestiva panoramica che lo spiega). Saltata la «sorpresa» non resta che «godersi» lo spettacolo… e che spettacolo. Tensione adrenalina suspense al massimo… prima, ironia iperbole non-sense al massimo… dopo. Sempre un ritmo vorticoso che non dà tregua e che non consente un attimo di distrazione in un film coloratissimo che mescola mirabilmente più generi cinematografici, emozionandoci e divertendoci col suo mix di violenza e parodia.
Al duo Rodriguez-Tarantino è stata rimproverata l’assenza di una morale, di un giudizio etico sui vari personaggi… nonché il pericolo dell’emulazione da parte dei giovanissimi. Sbagliato, a mio parere. Nel film tutto è talmente e volutamente esagerato… Solo un gioco. Il pregio del film è soprattutto questo (lo sottolinea Paolo Boschi), “Dal tramonto all’alba non commette mai l’errore di prendersi troppo sul serio”.
Da plauso incondizionato la smagliante fotografia, i memorabili effetti speciali, la notevole prestazione dei protagonisti. George Clooney conferma ancora una volta di possedere un grande talento nella recitazione (talento che purtroppo cronache mondane e gossip vari tendono a far dimenticare), Harvey Keitel dà un’ulteriore prova del suo essere duttile e versatile (bravissimo in qualsiasi parte gli si affidi), Juliette Lewis è credibilissima in un personaggio finalmente diverso dai soliti che abitualmente affronta, Quentin Tarantino è perfetto in un ruolo tutt’altro che facile.
p.s.
a) Visto il successo della prima pellicola, Quentin Tarantino, Robert Rodríguez e Lawrence Bender produssero i due seguiti del film: Dal tramonto all’alba: Texas, sangue e denaro e Dal tramonto all’alba: la figlia del boia, che però non raggiunsero il successo del primo capitolo (Wikipedia).
b) Tarantino doveva dirigere il film ma preferì concentrarsi sulla sceneggiatura e sulla recitazione (Exxagon.it).
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