Dal trattato di utrecht al passaggio ai savoia

Creato il 08 dicembre 2014 da Ilmulinodeltempo @IlMulinodelTemp
Il Settecento fu per l’isola un importante secolo di transizione durante il quale il centro gravitazionale dei suoi interessi  politici,  economici e culturali, si spostò verso la penisola italiana. Il motivo di tale cambiamento va ricercato negli esiti della guerra di successione spagnola (1700-‘13).
La Sardegna, trovandosi necessariamente coinvolta nel conflitto come parte integrante della monarchia spagnola, ne subì le conseguenze passando, prima agli Asburgo nel 1713 con la pace di Utrecht, poi, per un breve periodo, nuovamente alla Spagna (1717-1718), e, infine, nel 1720 ai Savoia.
Nel post LA GUERRA DI SUCCESSIONE SPAGNOLA  abbiamo visto che nel 1708, dopo quasi 400 anni di governo spagnolo, la Sardegna passò nella sfera di influenza austriaca.
La conquista austriaca dell’isola fu agevolata dalle divisioni dell’aristocrazia sarda, una parte di essa, guidata da don Artaldo d’Alagon, marchese di Villasor, appoggiava le pretese di successione del principe asburgico, mentre la fazione avversa, capeggiata da don Francesco di Castelvì,  marchese di Laconi, , parteggiava per Filippo V di Spagna. I nuovi governanti avrebbero preferito la Sicilia, molto più popolosa e ricca, ma si accontentarono della Sardegna sottoponendola  all’estrazione delle sue poche risorse come l’acquisizione del monopolio dei tabacchi avvenuta nel 1714.
Nel 1717 la Spagna rientrò in possesso dell’Isola con l’audace e avventata azione intrapresa dall’allora primo ministro il Cardinale Alberoni dalla quale scaturì la Guerra della Quadruplice Alleanza che vide schierati contro di essa l’Inghilterra, la Francia, i Paesi Bassi e gli Asburgo.
Il  22 agosto del 1717 apparve la flotta spagnola comandata dal marchese di Leide davanti alla città di Cagliari che aveva l’obiettivo di riportare la Sardegna a Madrid.
I danni subiti dalla città furono ingenti perché l’attacco partiva dal mare verso l’interno, la flotta  attaccava da est e nel frattempo i mortai appostati sulla collinetta di Bonaria iniziarono un devastante bombardamento. Durante l’attacco furono colpiti il monastero di Jesus (attuale ex Manifattura Tabacchi), il Bastione di Monserrato (viale Regina Margherita, sotto l'antico albergo Scala di ferro) e quello dello Sperone[1]



Il 29 settembre dello stesso anno gli austriaci si arresero e le truppe vittoriose entrarono in città. Le fortificazioni compromesse furono restaurate l’anno successivo, ma, così come accadde alle altre roccaforti della città, dovettero dire addio ai loro cannoni che furono trasferiti sulla flotta spagnola per la riconquista della Sicilia. A quel punto vi fu l’intervento della Quadruplice Alleanza e gli Spagnoli furono definitivamente sconfitti.
Il 2 agosto del 1718 fu stipulato il trattato di Londra in virtù del quale la casa Savoia ottenne il Regno di Sardegna dall’Austria in cambio di quello siciliano. Il trattato di Londra fu completato più tardi nelle modalità dagli accordi di Vienna il 26 dicembre del 1718 e di Palermo l’8 maggio del 1720.
La cessione del regno fu un'operazione complessa caratterizzata da lunghe trattative diplomatiche e dettagliati accordi; si trattava, infatti, di una doppia cessione: dalla Spagna all’Austria e da questa al Piemonte. Al fine di sottoscrivere i preliminari della cessione, il 2 agosto del 1720, nel palazzo regio di Cagliari si svolse un congresso tra il capitano generale Chacon, per la Spagna, il principe D’Ottaiano, per l’Austria, l’ammiraglio Byng, per l’Inghilterra, e il contadore Fontana, per il Piemonte.
Avvenne prima il passaggio di poteri tra il capitano generale spagnolo e il commissario imperiale, poi quello tra il principe D’Ottaiano e il plenipotenziario sabaudo. Infine, il 2 settembre, si celebrò nella cattedrale di Cagliari la cerimonia del giuramento solenne del primo viceré piemontese Filippo Pallavicino barone di Saint Remy.
Bibliografia la storia della sardegna scritta dall'intendente michele antonio gazano la sardegna sabauda: tra riforme e rivoluzione, Gian Giacomo Ortu, in “Storia della Sardegna 2. Dal Settecento a oggi” a cura di Manlio Brigaglia, Attilio Mastino e Gian Giacomo Ortu quando la sardegna cambiò padrone, Antonello Mattone, in Almanacco di Cagliari, 1994 la sardegna dal 1478 al 1793, II vol., Loddo Canepa F. baluardi di pietra. Storia delle fortificazioni di Cagliari,  Massimo Rassu



[1] Massimo Rassu  afferma che, contrariamente a quanto affermano molti autori, la torre medievale attualmente inglobata nel palazzo Boyl  non subì gravi danni dai bombardamenti del periodo preso in esame (Massimo Rassu, “Baluardi di pietra. Storia delle fortificazioni di Cagliari”, pag. 98)

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