Era nell’aria, dicono i bene informati, da qualche mese: il premier meditava questo passo. Già quando definì il suo il Partito dell’Amore, il messaggio era chiaro anche se molti non han voluto capire. Del resto anche l’acronimo Pdl, nelle sue intenzioni, significava Popolo della Luce, solo per esigenze di realpolitik ha assunto la denominazione di Popolo della Libertà. In questi ultimi tempi il premier ha condotto una vita quasi claustrale ed è rimasto molto amareggiato per le malevoli voci su suoi presunti festini. “Accoglievo le giovani con Fede… Speranza e Carità e le catechizzavo invitandole ad una vita di castità, di fraternità, di preghiera e umiltà. Anche Gesù convertì e salvò prostitute ma nessuno l’ha mai accusato di esserne l’utilizzatore finale”. Ormai la sua casa è piena di immagini sacre, di ritratti di Santa Maria Goretti, di Sant’Anna e della Vergine Madre di Dio.
L’amarezza ha già fatto maturare nel premier l’idea di abbandonare la politica (“troppa violenza verbale, troppo odio, troppa corruzione morale) per dedicarsi agli ultimi della società, agli immigrati, ai senza fissa dimora e agli ammalati. Ha già pensato di abdicare a favore di un giovanissimo (notisti degni di credito lo hanno individuato in Silvano Terlusconi), un bambino di dieci anni dalle straordinarie doti manageriali, che potrebbe contare fino alla maggiore età della disinteressata reggenza di Putin e Gheddafi.