Uno sguardo entusiasta rivolto al mondo e a suoi scenari, un artista che guarda alla vita e le cui elaborate e studiate sperimentazioni cromatiche sembrano interrompere le immagini per crearne di nuove sempre caratterizzate da un’armoniosa e sapiente scelta dei colori: questa operazione artistica, che richiede tempo e dedizione, trasmette vitalità ed energia destando l’incanto anche nello spettatore meno attento.
Oggi incontriamo Paky Gagliano, affermato artista calabrese ed esponente della Digital Art, con cui parliamo di alcuni suoi recenti viaggi e della realizzazione dei suoi lavori:
Proprio di recente hai compiuto un lungo viaggio in Asia in cui hai realizzato delle bellissime fotografie; da una di queste hai poi creato la tua opera “Peace” che insieme alla fotografia è stata utilizzata sul set del film “Ti sposo ma non troppo” con Vanessa Incontrada e Chiara Francini; quali luoghi di questo importante viaggio ti hanno affascinato e suggestionato particolarmente? Pensi che questa esperienza in Asia abbia in qualche maniera influenzato il tuo percorso creativo? Ho fatto diversi viaggi in Asia (Thailandia, Vietnam, Cambogia, Laos, india, Nepal e Cina), è un continente straordinario che mi affascina molto. Una cultura così distante dalla nostra che è impossibile non rimanerne incantati. Ogni Paese ha la sua particolarità e ogni città/villaggio dello stesso Paese è un mondo a sé. Sono appassionato di fotografia e in questi viaggi per me non devono mancare due cose, la macchina fotografica e lo zaino in spalla. La foto, a cui ti riferisci, è stata scattata sul Delta del Mekong in Vietnam dove vive una delle comunità chăm che è una delle poche realtà islamiche presenti tra Thailandia, Cambogia e naturalmente Vietnam. Tornato a Roma e guardando le foto che avevo scattato, sono rimasto rapito da questa ragazzina quattordicenne e ho deciso di “poppartizzarla”. I luoghi che mi hanno affascinato e suggestionato sono veramente tanti.. ma per il viaggio in Indocina direi sicuramente Luang Prabang per il Laos, Sapa e le sue risaie per il Vietnam, e sicuramente Siem Reap e i templi di Angkor per la Cambogia. Tutte le esperienze di viaggio ci influenzano.. e per viaggio non intendo necessariamente valicare i confini del proprio Paese, ma intendo tutte le esperienze che possano farti confrontare con il diverso, lo sconosciuto.
Puoi spiegare ai nostri lettori in cosa consiste la Digital Art? Con “Digital Art” si indicano le forme d’arte elaborate in digitale. È nata negli anni 50 ma diciamo che ha iniziato a prendere piede negli anni 80. La Digital Art può essere generata completamente da un computer o può prendere spunto da una fotografia, tradotta naturalmente in forma digitale. Purtroppo la considerazione riservata alla Digital Art non è massima soprattutto nel mondo dell’arte.. c’è molta diffidenza forse a causa dell’erronea impressione da parte di molti che “a farla è il computer”. Ad ogni modo, gli artisti digitali dispongono di un’ampia gamma di tecniche per esprimere creativamente loro stessi.
Da dove nasce l’idea di un soggetto e come avviene la realizzazione concreta dell’opera? L’idea nasce da una “visione”! Onestamente non so spiegarlo ma è come se vedessi prima ciò che voglio materialmente realizzare.. Nel caso della foto utilizzata nel film di Gabriele Pignotta, con Vanessa Incontrada e Chiara Francini, ho visto prima di realizzarla come volevo che fosse.
In campo artistico, hai un modello di riferimento da cui hai tratto ispirazione? Io vivo a Roma da 8 anni ma sono Calabrese DOC e ancor di più sono di Catanzaro. La mia città ha dato i natali al grande “Maestro” Mimmo Rotella l’inventore del décollage.. in molte mie opere faccio riferimenti espliciti a Mimmo Rotella creando strappi digitali.
Per fare un esempio, a Los Angeles c’è un’importante galleria dedicata interamente alla Digital Art (lacda), qual è, secondo te, la città europea più aperta alle innovazioni artistiche? Per fortuna anche l’Europa, che è tradizionalmente e storicamente più conservativa, si sta aprendo a molte forme d’arte differenti dalle “tradizionali”. .Forse Londra per la sua multiculturalità ma non saprei dirti se c’è una città più aperta alle innovazioni artistiche..Ad esempio anche a Roma si sta puntando tanto sull’arte di strada, “Street art” e nel mio quartiere si sta dando vita ad un museo a cielo aperto proprio sulla Street art: M.U.Ro. Museo Urban di Roma.
Credi che negli ultimi anni anche in Italia si stia finalmente rivalutando la Digital Art come avviene già da tempo all’estero? Credo di si.. e il fatto stesso che alcune mie opere siano state scelte per un set cinematografico, e che delle gallerie d’arte mi abbiano contattato ne è la dimostrazione.
Forse non è un caso che Paky Gagliano ami esplorare l’Asia: il Continente dalle mille contraddizioni mantiene infatti saldo un legame con le proprie tradizioni pur volgendo costantemente lo sguardo al futuro e alle innovazioni come le moderne metropoli che la caratterizzano dimostrano e come narrano anche le bellissime fotografie realizzate dall’artista durante i suoi viaggi.
Per maggiori informazioni vi suggeriamo di visitare il sito www.pakygagliano.com e la pagina facebook raggiungibile cercando Paky Gagliano Digital Art Design oppure direttamente da questo link https://it-it.facebook.com/pages/Paky-Gagliano-Digital-Art-Design/159320464123138