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Da Eleonoraely

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LA MENZOGNA E' LA FORZA DEI DEBOLI
DAL WEBDAL WEBDAL WEBTutte le persone che ci mentono, o mentono su di noi, hanno un bisogno che ci proiettano addosso. La menzogna, la falsità, la denigrazione, è un modo per reagire alla minaccia di un cambiamento. Chi vive nella menzogna è fondamentalmente una persona debole, ed è l’uso stesso della menzogna ad indebolirlo.
Il gioco dell’alterazione del vero è un modo per montare e rimontare la realtà che nasce attorno ai tre anni. E in genere, il bambino imita e adotta i comportamenti dei genitori: sarà quindi facile che da genitori bugiardi possano nascere figli bugiardi. Ma se i genitori educano il figlio a divenire un individuo sicuro di se stesso, con una soglia di autostima elevata, difficilmente avremo un adulto che mente.
Quando le bugie continuano, senza motivo, anche da adulti, ci potrebbero essere problemi psichici, che nascono dall’incapacità di distinguere la fantasia dalla realtà o dalla necessità di avere due verità per sfuggire a un ipotetico controllo, senza volersi assumere alcuna responsabilità. Il bugiardo non si piace e crea un mondo diverso in cui vivere. Ha bisogno di illudersi, cercando di colmare la distanza tra sé e il modello di perfezione al quale tende.
Ma chi mente si dichiara onesto, comunque e a chiunque, anche a se stesso. Teologi e filosofi si sono divisi sulla menzogna. Kant diceva che "La verità è un dovere di ciascun individuo, la bugia è invece una autentica rovina per la società".  E Machiavelli  spiegava al suo Principe di essere insieme "gran simulatore e dissimulatore, perché sono tanto semplici gli uomini e tanto obbediscono alle necessità presenti, che colui che inganna troverà sempre chi si lascia ingannare".
Dunque la menzogna è sempre a caccia di vittime, e colui in cui la menzogna è radicata, ha sempre bisogno di qualcuno da convincere. Sapendo di mentire, colui che mente è incapace di credere in se stesso, e soffre di un effetto collaterale ovvio e fatale che lo spinge a cercare qualcuno da convincere e che gli creda. Questa ricerca si può fare ossessiva in certe persone, quasi vampiresca, tanto da spingere i bugiardi alla continua ricerca di vittime dalle quali succhiare e pretendere fiducia.
La prima menzogna di cui si ha traccia è quella sul frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, con la quale il serpente ingannò Adamo ed Eva. Ma il serpente, mentendo, cosa ci guadagnò? La sua menzogna distrusse l’ordine delle cose, costò il paradiso alla coppia primigenia; ma a lui, al serpente, quale vantaggio ottenne? Perché lo fece?
Perché anche il serpente era malato di menzogna predatoria, ed era alla ricerca di qualche vittima, qualcuno da convincere di qualcosa. Adamo ed Eva caddero nell’inganno e lui incassò il peccato originale. Con la menzogna e l’inganno, il serpente si oppose al disegno divino, producendo una rottura del rapporto tra gli uomini e Dio, assurgendo così a simbolo del peccato e del male. Tanto che, con quel solo astuto inganno, infettò di peccabilità l’intera stirpe umana.
Oggi la menzogna è ancora peccato punibile a norma di legge. Ma c’è una tradizione della menzogna che sopravvive al di sotto della soglia di punibilità. Ed è in questa tradizione che sono ospitate e tollerate molte altre peccabilità umane, che danno vita ad un sottobosco che pullula di impurità, maldicenze, calunnie e sozzure varie.
Chi mente sa dove albergare, a quale tradizione ispirarsi e per quali sottoboschi andare a passeggiare.
Chi chiede la vostra ragione, la vostra fiducia, è un serpente mentitore, incapace di trovare la fiducia che vi chiede in se stesso. Ecco perché la menzogna indebolisce, e perché la menzogna è la forza dei deboli.
Pino Perriello

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