Dal web alla carta. [Foto: fonte]
Prima, se volevi avere successo, uno dei modi più veloci era quello di mettere in mostra i tuoi punti forti soprattutto se erano nei dintorni di un décolleté da pin up e un didietro da esportazione.Ora, basta fare la stessa cosa e poi postarla su tutti i social network che sono in circolazione.Bello sforzo, dicono i più, ma chi se ne intende sa che non è poi così semplice.I nuovi eroi - mediaticamente parlando - sono quelli che hanno almeno un paio di milioni (!!!) di follower su Facebook, Twitter e Instagram. E coi libri cosa c'entrano?I libri c'entrano perché questi personaggi hanno iniziato a voler uscire dai pixel dei computer e a voler approdare nelle librerie - fisiche e online - sotto forma del buon vecchio e affidabile libro.Che sia un bene che questo così folto seguito si avvicini all'antico oggetto libro?
Ecco, se vogliamo vederla da questo punto di vista, è un bene, certo.Quello che guasta questo idilliaco ritorno alla fonte primaria di cultura è il vile denaro. Senza soldi non si cantano messe, direte voi, e non c'è proverbio più vero, ma far passare per un oggetto di cultura - il libro - una mera operazione commerciale, mi sembra alquanto svilente.
Facciamo un paio di esempi.Zoe Sugg ha 24 anni ed è una blogger inglese che, dal 2009, posta su Youtube - col nome di Zoella - dei tutorial di moda. A dicembre è arrivata in libreria con il suo primo libro "Girl Online" [pubblicato in Inghilterra dalla Penguin-Random House e in Italia, dal 10 febbraio, da Mondadori] e, nella prima settimana, ha venduto 78mila copie. Nemmeno J.K.Rowling e Dan Brown vendono tanto, per dire.Ma loro probabilmente non hanno 6 milioni di follower, tra cui la figlia tredicenne del direttore della Penguin che ha fatto arrivare alla casa editrice la blogger.
Di cosa parla questo bestseller?
Con lo pseudonimo Girl Online ogni giorno scrive un blog. Nascosta dietro al suo nickname, Penny condivide i suoi pensieri e le sue emozioni più vere sull'amicizia, l'amore, la scuola, la sua famiglia un po' assurda e quei terribili attacchi di panico che condizionano drammaticamente la sua vita. Proprio quando le cose stanno davvero prendendo una brutta piega i genitori le organizzano un viaggio a New York. Qui incontra Noah, bello, anzi bellissimo, e per di più chitarrista eccezionale. Penny si innamora per la prima volta e racconta ogni minuto di questo sogno sul suo blog. Ma anche Noah ha un segreto: talmente grosso che rischia di far saltare la copertura di Penny e rovinare per sempre l'amicizia con il suo migliore amico.Una specie di Gossip Girl con qualche dettaglio bloggereccio in più forse, ma comunque niente che giustifichi questa corsa all'acquisto. E allora la domanda è: il signor direttore della Penguin- Random House, quando la figlia gli ha detto chi era la sua blogger preferita e che voleva presentargliela, il signor direttore, dicevamo, quanto tempo ci ha messo da quando ha visto i 6 milioni di follower a quando le ha dato appuntamento per incontrarla e decidere che voleva portarla in libreria? Qualcosa tipo 5 secondi? Che poi si vocifera che ci sia un ghost-writer alle spalle poco importa: la trama non costituisce fonte di vanto per lei né per chiunque ci possa essere dietro, diciamoci la verità.
Francesco Sole col suo libro [Foto: fonte]
Il secondo esempio è tutto italiano: Francesco Sole, al secolo Gabriele Dotti, 22 anni, oltre 300mila follower su Youtube dove ha iniziato a postare video nel 2011 e, ad oggi, ha totalizzato più di 15milioni di visualizzazioni, su Facebook siamo ben al di là del milione. Il segreto di Francesco Sole sono i suoi post-it con frasi brevi e (secondo le intenzioni) di grande impatto. Inutile dire che le critiche non mancano e, in occasione dell'uscita del suo primo libro, "Stati d'animo su fogli di carta" [Mondadori], si sono inasprite più che mai. Soprattutto perché nel libro di Sole una vera e propria trama non c'è: è più una raccolta delle frasi, dei pensieri e delle massime che ispirano riflessioni al giovane anche sul web.Alle case editrici, se potessi, chiederei: siete stati conquistati dalla trama o dal numero di follower (= possibili acquirenti del libro) di questi giovani che parlano ai loro coetanei nel linguaggio spontaneo del web? La risposta mi sembra quasi scontata.
Francesco come Zoella, solo che da noi si urla subito alla raccomandazione, al qualunquismo e alla mediocrità: siamo tutti CT della Nazionale, Presidenti della Repubblica, scrittori da Premio Strega, ma non ci muoviamo dallo schermo del nostro pc. Chi lo fa e ha successo, secondo la mentalità comune, non ne è meritevole.
A queste "star del web", se potessi, chiederei: perché, per sentirsi "arrivati", bisogna passare obbligatoriamente attraverso un libro?
Non sono già abbastanza lodevoli e soddisfacenti i milioni di contatti che ogni giorno collezionate online?
Ma io sono una romantica e ci voglio credere, che per sentirsi riconosciuti nel proprio successo si ha bisogno di qualcosa di più tangibile dei like, dei commenti e delle statistiche del web.
E sono romantica perché sono contenta di sapere che questa cosa più tangibile sia un libro.
Un libro, ci pensate?
***sospirone***