Oggi guardo indietro, ai mesi che mi sono ormai lasciata alle spalle e per la prima volta mi rendo conto di quanto siano stati difficili.
È stato un anno pesante. La mia lucina si è spenta soffrendo e io non ho avuto il coraggio di fare le notti da lei, come mi era stato chiesto, negli ultimi istanti di vita. Non me la sono sentita di accompagnare ancora una volta una persona quando esala l'ultimo respiro. Ho preferito sostenerla fino ad un certo punto e continuare a farlo poi attraverso la meditazione e la "preghiera".
Sapevo che era in buone mani, che c'era chi si prendeva cura di lei amorevolmente. Ho una foto bellissima che ci ritrae insieme, scattata circa un anno prima o forse più. Un selfie, se vogliamo essere moderni. Ripenso ai suoi occhi celesti e la voce gentile, con lei è andata via una persona che aveva un legame fortissimo con mia mamma.
È stato un anno difficile anche per via del lavoro, mi sono ritrovata ad avere sempre meno soldi in tasca e mi sono arrangiata, come fanno più o meno tutti in questo periodo di crisi.
Ho ricevuto una grandissima batosta da quella che consideravo una maestra di vita, una figura femminile di riferimento, e solo adesso sento di averla smaltita, nonostante qualche minuscolo residuo. Mi sono così allontanata da un cerchio che non mi permetteva più di crescere, di espandermi e, anche se per il mio bene, non è stata una scelta semplice.
È stato un anno difficile, emotivamente parlando.
Non sono tornata in India come speravo, nulla è andato come volevo e così ho dovuto imparare, a mie spese, cosa significhi lasciarsi andare alla corrente e avere fiducia che le cose vanno sempre nel modo giusto, anche se al momento ci sfugge il significato di determinati avvenimenti.
Adesso sono più forte e grintosa, ma nello stesso tempo più accomodante e mi permetto di fluire.
Capisco che tutto quello che è accaduto fa parte dell'incedere dell'esistenza, era necessario.
Tiro le somme e guardo cos'è cambiato, cosa sta cambiando.
Il bruco è diventato farfalla e non c'è nascita senza dolore. Penso al dolore del parto, che non ho ancora provato, alla spinta vitale del bambino che sta per venire alla Luce.
È inevitabile che per nascere (e rinascere) si attraversi questo stadio.
Ho imparato a contare solamente sulle mie forze e diventare madre di me stessa, attraverso un arduo processo di crescita.
Adesso vivo una fase, in cui anche i miei sogni più grandi sono a portata di mano (anzi... direttamente tra le mani!) e mi sto muovendo per viverli.
Svolgo attività creative che mi permette di vivere tra i color e la scrittura.
Mi preparo per una Grande Esperienza e lo faccio tra mille emozioni, con la consapevolezza di essere sostenuta da chi ho accanto e intorno, dalla Vita stessa, perché Tutto mi sta portando in quella direzione.
Hai presente quando la sabbia scotta ma tu te ne freghi perché tanto sai che stai correndo verso il mare? Ecco, bisognerebbe vivere così.
Cit.