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Dall'Amleto agli Ultracorpi - I Sacchi di Sabbia e le loro diverse realtà
Creato il 02 aprile 2013 da ScatolaemozionaleSerata particolare quella che ci offre la compagnia Sacchi di Sabbia, in un evento no-stop lo spettatore viene dapprima introdotto nelle atmosfere shakespeariane con lo spettacolo "GROSSO GUAIO IN DANIMARCA" per poi essere lanciato nella breve e alquanto originale performance di "GLI ULTRACORPI".
Col primo lavoro assistiamo ad un caso di omicidio che si aggira in modo piuttosto ampio ma circoscritto attorno alle vicende dell’Amleto. In scena si trovano i due attori Marco Azzurrini ed Enzo Illiano che diretti da Angelo Cecelli rappresentano con la loro ironica comicità e la destrezza di linguaggio questa storia piuttosto intricata che ha però un punto fisso: affrontare con leggerezza l’Amleto attraverso personaggi secondari legati comunque a lui in modo indiretto.Il risultato è uno spettacolo semplice, fresco e divertente che si sviluppa attraverso il racconto di questi due loschi personaggi che vengono interrogati su vicende poco chiare che ruotano intorno alla misteriosa morte di Rinaldo, il compagno di Laerte in Terra di Francia. Ma cosa c’entra questo delitto con le vicende dell’Amleto? La compagnia ha voluto affrontare la tematica dell’Amleto, portandolo in scena ma in modo indiretto, quindi “togliendolo dalla scena”, e affrontandolo con estrema ironia e leggerezza attraverso una riflessione sulla “messa in scena” sia teatrale che di vita.Con il secondo spettacolo invece ci imbattiamo in una “performance” di breve durata con protagonisti Enzo Illiano e Gabriele Carli ne Gli Ultracorpi. Il lavoro si rifà al film Ultracorpi e il libro di Jack Finney, L’invasione degli ultracorpi. Immaginate due esseri di origine aliena “nudi” che si risvegliano in due corpi di origine umana che normalmente non abitano. La difficoltà di interagire con la loro materia e abituarsi al loro status umano non sarà dei più semplici. Il primo si schiude in una tipologia umana delle più “terribili” l’ultrasensibile, mentre il secondo si ritrova in un corpo non molto reattivo. Il binomio ha dei risvolti davvero comici e originali anche perché la compagnia sceglie di far parlare questi due alieni in due lingue “sconosciute” proiettando alle loro spalle i sottotitoli, il tutto condito da un sottofondo musicale più che mai riuscito: l’Aida.La compagnia sembra voler mettere in scena il tema del doppio, che è un argomento che richiama molto la condizione del teatro, dei sosia, portando la lente d’ingradimento sul concetto di identità, che caratterizza l’essere umano sin dalla nascita.
Per maggiori curiosità sugli spettacoli e la compagnia leggete l'intervista!