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Dall'Europa a Venezia. Per un bene superiore.

Creato il 04 novembre 2014 da Alessandromenabue
E così, dopo un lungo travaglio interiore durato poco meno del successo dei Jalisse, Alessandra Moretti ha deciso di candidarsi alla guida della regione Veneto. Ex bersaniana di ferro e da poco più di un anno renziana di ferro (per saltare sul carro del vincitore la bassa statura non è un ostacolo, sono sufficienti buone dosi di ambizione e spregiudicatezza) la Moretti fu eletta alla Camera in occasione delle elezioni del 2013 per portare a Roma le istanze del suo elettorato e del Veneto tutto. Un incarico che, le va dato atto, la neoparlamentare prese sul serio:
Dall'Europa a Venezia. Per un bene superiore.
Tanta determinazione è stata purtroppo di brevissima durata, dissolta nel volgere di poco più di dodici mesi: stremata dal fiaccante compito di dare fiducia e coraggio al paese, a maggio di quest'anno l'ancella renziana fresca di conio, candidata come capolista nella circoscrizione Italia nord-orientale, è stata eletta al parlamento europeo. Per portare a Strasburgo le istanze del suo elettorato, del Veneto e dell'Italia tutta. Un incarico che, le va dato atto, la neoparlamentare europea ha preso sul serio:
Dall'Europa a Venezia. Per un bene superiore.


Ma i sogni, si sa, durano poco e presto la Moretti - se vincerà le primarie e la competizione elettorale contro il governatore uscente Zaia - potrebbe salutare pure Strasburgo per approdare alla guida della sua regione natia. Per portare a Palazzo Balbi le istanze del suo elettorato e del Veneto tutto. 

L'ennesima giravolta di Alessandra, come prevedibile, è stata usata come pretesto per rovesciare sull'esponente democratica uno tsunami di commenti maligni e polemici da parte dei soliti gufi che le rimproverano uno scarso, se non nullo, rispetto per il mandato accordatole dai suoi elettori. Questo atteggiamento gretto e livoroso ben rappresenta quell'Italia acrimoniosa capace soltanto di odiare e criticare. Insomma, i soliti gufi rosiconi che non sanno guardare oltre il loro naso.
A dispetto delle cattiverie gratuite, alle persone di buon senso - cioè ai renziani - non può che apparire evidente quello che un aspetto oggettivo ed incontrovertibile: la Moretti non è spinta da mera ambizione. Non è questione di carrierismo, le motivazioni sono ben più nobili: Alessandra agisce nell'interesse di un bene superiore. E noi, rozzi individualisti schiavi del nostro livido egocentrismo, non abbiamo gli strumenti per comprendere lo straordinario messaggio che è racchiuso nel suo estremo sacrificio: abbandonare l'ovattata serenità di una poltrona garantita cinque anni per dimostrare a tutti, sulla viva carne, che il posto fisso appartiene al passato. Alessandra Moretti, precaria tra i precari.

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