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Dall'Europa del Nord al mediterraneo un'unica piazza Syntagma dei lavoratori europei
Creato il 11 febbraio 2012 da AsinistraE’ con profondo sgomento che guardo i ripetuti tentativi di reazione dei lavoratori greci contro le misure economiche che il governo greco vuole adottare per rientrare dal debito e compiacere banche e investitori. Se qualcuno pensa che il problema reale sia quello di rientrare dal debito, ritengo, andrà incontro a sorprese più o meno belle a secondo del suo sentire nei confronti della democrazia. Sotto attacco non ci sono solo le sovranità nazionali, ma lo stesso modello di società che, pur nelle diverse interpretazioni, mette il lavoro come soggetto emancipativo materiale e culturale. Sotto attacco ci sono milioni di lavoratori capaci di produrre le ricchezze dei propri paesi e che giustamente rivendicano attraverso quel lavoro il diritto a poter offrire futuro e sicurezze per se e per i propri figli. Oggi, materialmente, i poteri finanziari stanno mettendo sotto ricatto la Grecia per i debiti contratti da evasori fiscali, corrotti e corruttori e governanti che truccavano i bilanci, mentre i lavoratori continuavano nelle loro occupazioni ignari di ciò che banche e finanzieri stavano ordendo. La realtà è che nell’interpretazione del liberismo attuale i grandi speculatori rischiano le ricchezze nazionali e se le cose vanno bene, loro, e non i paesi, incassano i profitti, mentre le eventuali perdite sono scaricate sui ceti più deboli che devono ripianare i debiti lasciati da altri. Quello che sento è un silenzio lacerante come “lavoratori europei”, come soggetti che hanno con i loro sacrifici più di altri contribuito a questa entità sopranazionale che si chiama Europa e che se la ritrovano, trasformata da pochi centri economici di potere come una sanguisuga che li priva del diritto al futuro. Se oggi L’aggressione è ai lavoratori greci, domani lo sarà nei confronti dei lavoratori italiani ben più di quanto lo stiano già facendo oggi con la querrelle sull’articolo 18 o dell’aggressione a un già scarso welfare, e , dopo sarà la volta di quelli portoghesi, quelli spagnoli….francesi… ecc. Riscopriamo il valore della solidarietà tra lavoratori e trasformiamo tutte le piazze d’Europa nelle nostre piazza Syntagma . Non più “Accordi Nazionali” che restano il risultato di accordi separati sulla base di un coefficiente di ricattabilità da paese e paese. Contro l’ Europa delle banche perché non proclamare uno sciopero generale dei lavoratori europei che ci possa far trovare oggi, dai lavoratori tedeschi, a quelli italiani, spagnoli ecc…al fianco di quelli greci ? Se siamo riusciti come “indignati” a muoverci all’unisono, non solo in tutte le piazze europee ma a livello mondiale penso che la mobilitazione generale attraverso le centrali sindacali sia cosa credibile e fattibile. Uniti si vince. Loris
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