Bibi è sopravvissuta. Oggi vive a Roma ed è una giovane studentessa di medicina. Questa è la storia del suo viaggio infernale fino allo Zaire, insieme a un milione e duecentomila profughi in fuga da morte e desolazione. E del ritorno al suo paese, tra inaspettati gesti di coraggio e sorprendenti atti di solidarietà, con l'inatteso lieto fine di un sogno realizzato in Italia.
Recensione
Il genocidio perpetrato da parte degli hutu, nei confronti dell’etnia tutsi, a partire dal 1994, è stato oramai raccontato ed è conosciuto dai più. Come tutti gli orrori inspiegabili e dolorosi da affrontare, è, sempre,molto difficile parlarne. Ci hanno provato alcuni film, come Hotel Rwanda di Terry George, che ha provato a raccontare una storia sulla follia di un odio etnico, senza senso.
Mentre il peggio accadeva, i mezzi di informazione europei tacevano, per lo più, e il massacro si consumava. Difficile, quindi, raccontare il dolore e l’orrore nella loro forma più pura e immediata: solo i testimoni diretti o indiretti hanno, io credo, diritto di parlare e raccontare. Chi ha veduto, ascoltato testimonianze dalla voce delle vittime: esiste un’etica del dolore per cui chi sa per certo parli, se se la sente; chi non sa per certo abbia rispetto e taccia.
In questo libro–testimonianza, a raccontare è una giornalista, Christiana Ruggeri, che ha raccolto la storia di Bibi, una bambina di cinque anni scampata per miracolo al massacro della sua famiglia.
Una famiglia ammazzata, un vicino di casa che la raccoglie e la porta all’ospedale, in salvo, una madre hutu che l’accoglie e la mette in salvo; un ragazzo, membro di una organizzazione umanitaria, che le dona una casa ed un’altra madre; infine un orfanatrofio e suore che fanno, ogni giorno, dei miracoli.
La narrazione, che nasce dall’incontro con questa bimba, ora ragazza, lascia, nella giornalista, i segni per il libro.Ne nasce una ricostruzione dei fatti, così come li può percepire e comprendere una bambina di cinque anni trovatasi di colpo al centro di un incubo. Una voce narrante delicata ma anche diretta e semplice, con la logica stringente dei bambini, che non hanno sovrastrutture:
“Acqua fredda nel cuore, ecco cosa sentivo quando mi parlavano della mamma e io non me lo aspettavo.”
La scrittura riproduce la voce della bambina, la sintassi ne mantiene, fedelmente, la semplicità, il lessico risulta verosimile perché punteggiato da vocaboli in lingua. L’ambiente è reso con descrizioni nitide e crude, senza nessuna forma di indugio; viene detto ciò che serve per capire, nulla di più, nulla di meno. I dialoghi sono essenziali, brevi e semplici, come quelli di una bimba che chiede risposte ad una situazione inspiegabile. La narrazione mette un quadro accanto all’altro, senza fretta, con una pazienza che dà al lettore il tempo di digerire gli eventi cruenti e devastanti.
Si sente la mano della giornalista che conosce l’argomento; la delicatezza, della persona coinvolta umanamente della vicenda, seppur in modo indiretto; il desiderio di rispettare il racconto della protagonista in tutte le sue sfumature.
Accanto al dramma narrato ci sono i drammi di tutte le donne, nelle guerre: le donne stuprate, le madri uccise per proteggere i figli, le mogli rese vedove che non hanno tombe sulle quali piangere il coniuge, le ragazze violentate che danno alla luce i figli della violenza. La a forza delle donne emerge, chiaramente, in uno scenario di follia assoluta: il legame delle madri con i figli viene cantato, con dolcezza, e costituisce il filo conduttore di questo racconto lungo.
Un libro semplice, vero, equilibrato nelle soluzioni sintattiche e lessicali, rispettoso della materia narrativa , che non dimentica mai lo scopo della storia: ricordare per salvare il ricordo, ricordare per rispettare, ricordare per dare dignità a tante morti vergognose.
Un testo che si può proporre per una lettura in classe, per raccontare questo, come tutti i genocidi; leggerlo insieme ad una figlia adolescente, con le spiegazioni e con gli abbracci che servono.
Se devo segnalare, e devo, ho trovato un solo refuso, probabilmente sfuggito, nella stampa. Nulla di più.
Un libro significativo, che consiglio.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Dall'Inferno si ritorna
- Autore: Christiana Ruggeri
- Editore: Giunti
- Data di Pubblicazione: 2015
- Collana: narrativa non fiction
- ISBN-13: 978-88-09-80579-8
- Pagine: 232
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 14,90