Il 2 aprile si celebra in Bielorussia il Giorno dell’Unità dei Popoli della Bielorussia e della Russia; la sua peculiarità è che il grado di solennità delle celebrazioni dipende dalla situazione contingente delle relazioni bielorusso-russe. Così la giornata si celebra sempre in modi diversi, passando da volte in cui viene quasi totalmente ignorata, ad altre in cui praticamente tutto il paese vi partecipa esultante. Così, mentre il 2 aprile 2010 si sono a malapena ricordati del Giorno dell’Unità, il 2 aprile 2012 non ci sono state solamente celebrazioni ufficiali, ma si è anche discusso moltissimo sulla stampa e si sono tenute numerose lezioni scolastiche di informazione politica. Dallo status delle relazioni russo-bielorusse dipende il destino stesso dello Spazio Economico Comune e la creazione dell’Unione Eurasiatica.
Alla fine del XX secolo, quando, dopo la dissoluzione dell’URSS, milioni di persone persero i risparmi di una vita precipitando così oltre la soglia della povertà, il noto “divorzio civile” delle repubbliche sovietiche risultò in conflitti inter-etnici ed in guerre locali. Le élites degli Stati di recente formazione seguirono la rotta del massimo isolamento, distruggendo i meccanismi di coordinamento economico dell’ex Unione Sovietica. La formazione dell’Unione Russia-Bielorussia è stata a suo tempo un punto di svolta nela reintegrazione dello spazio post-sovietico. Il processo di riavvicinamento tra la Bielorussia e la Russia si è spesso mosso in maniera ingiustificatamente lenta, ma ha ugualmente svolto il ruolo di locomotiva nell’integrazione post-sovietica. Solo in seguito è avvenuto un cambiamento notevole con un miglioramento della situazione, grazie alla formazione dell’EvrAzES, dell’Unione Doganale e dello Spazio Economico Comune. Tutto è però cominciato con l’Unione Russia-Bielorussia.
In seguito, però, la formazione dell’Unione, che per molti versi è diventata un punto di riferimento per l’integrazione post-sovietica, si è rallentata per molti anni. In realtà, avendo detto “A” e non “B”, hanno avuto le loro ragioni. L’alleanza tra la Bielorussia e la Russia non è chiaramente paragonabile ad uno Stato, ma equivale a, per esempio, un’alleanza tra gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda. Da qui derivano i problemi nella sfera politica. Né le autorità né la popolazione bielorusse intendevano confluire nella Federazione Russa, e allo stesso tempo la parte russa non voleva avere una voce uguale a quella della piccola Bielorussia nella nuova Unione. Il secondo problema riguarda le diverse forme di proprietà. Se in Bielorussia questa è in gran parte pubblica, in Russia è privata. In origine in Bielorussia la priorità era stata data alla protezione sociale ed al sostegno alla popolazione; lo si vede anche nelle imprese in perdita, le quali devono pensare prima al pagamento dei salari e alla sfera sociale. E’ stato problematico, quindi, combinare questi due ordinamenti sociali.
Non sono d’accordo che la Bielorussia sia costantemente sovvenzionata dalla Russia. Dal punto di vista formale, è vero che i prezzi delle risorse energetiche erano più bassi che in Europa o nella stessa Ucraina. Proviamo però ad immaginare cosa sarebbe successo all’economia russa se la Federazione Russa non avesse venduto il petrolio ed il gas, ma, come la Bielorussia, fosse stata costretta ad acquistarli. Questo fattore, quindi, dovrebbe essere considerato nel valutare l’efficacia comparativa dei due modelli economici. Comunque, poiché la Bielorussia è priva di risorse energetiche, la questione del petrolio e del gas è diventata un elemento chiave nei rapporti tra i due paesi. La Bielorussia ha rifiutato il rublo russo come moneta unica per paura di perdere il controllo sulla propria economia.
In aggiunta a questo e al contesto negativo degli anni in cui le relazioni russo-bielorusse erano scosse dalle guerre per lo zucchero, il latte ed altre ancora, ci furono frequenti attacchi reciproci indirizzati gli uni agli altri tra Minsk e Mosca. In Bielorussia, confidando avventatamente sul proprio “miracolo economico”, si è iniziato a considerare le risorse energetiche a basso costo come fattore acquisito, mentre i nazionalisti hanno iniziato ad affermare che in termini di potenziale economico il posto della Bielorussia sarebbe nell’Unione Europea.
Ad ogni modo, anche nel formato trilaterale non tutto è stato semplice. Solo alla fine del 2010 A. Lukašenko, assicuratosi che in Occidente non ci fosse spazio per lui dopo il mancato riconoscimento europeo e statunitense della sua vittoria alle elezioni presidenziali del 19 dicembre 2010, ha compiuto una scelta a favore della Russia. Ciò è stato facilitato dal tentativo, economicamente inconsistente, di uscire dalla dipendenza dal petrolio russo comprandolo dal Venezuela. Il 9 dicembre, esattamente 10 giorni prima delle elezioni presidenziali in Bielorussia, la Russia, il Kazakistan e la Bielorussia hanno firmato tutti i 17 documenti più importanti che istituiscono lo Spazio Economico Comune (SEC). Per A. Lukašenko questo ha svolto un importante ruolo positivo, in quanto nel 2010 erano iniziate le prime manifestazioni d’opposizione alla sua politica “multi-vettoriale” da parte dei sostenitori bielorussi dell’integrazione con la Russia.
Gli accordi sul SEC sono stati ratificati dai parlamenti dei tre Stati, ed il 18 novembre 2011 D. Medvedev, A. Lukašenko e N. Nazarbaev hanno firmato la Dichiarazione di Integrazione Economica Eurasiatica e la Dichiarazione della Commissione Economica Eurasiatica e Parlamentare per la regolamentazione del suo lavoro. In sostanza, questo significa che dal 1 gennaio 2012 si è iniziato a costruire il SEC su larga scala e sulla base dei principi del WTO. É stato sottolineato che qualsiasi paese che concordi con i requisiti può entrare a far parte del SEC, ed è stato dichiarato l’impegno all’istituzione entro il 2015 dell’Unione Economica Eurasiatica. La Bielorussia e A. Lukašenko hanno proposto di costituirlo molto prima, raccogliendo l’obiezione del Kazakistan e di N. Nazarbaev. I fondamenti economici e politici dell’Unione Russia-Bielorussia hanno funzionato, per molte ragioni, come base per la costituzione del SEC.
Studi simili sono stati condotti dagli esperti dell’Istituto di Previsione Economica Nazionale (RAN), dall’Istituto di Economia e Previsioni dell’Ucraina NAN (in collaborazione con il Centro per l’Integrazione e la Ricerca della Banca di Sviluppo Eurasiatico). Ancora una volta, gli esperti sono stati unanimi nelle loro valutazioni: tutte le parti riceveranno dei benefici tangibili, ma più di tutti la Bielorussia ne dovrebbe giovare. Considerando le complicate relazioni con l’UE e la costante minaccia di sanzioni, al giorno d’oggi la maggior parte delle esportazioni bielorusse dirette verso i paesi dell’Unione Europea mettono in dubbio la sicurezza economica del paese. L’export bielorusso potrebbe essere reinderizzato verso lo SEC, e raggiungere così il 35% del PIL bielorusso. L’attrattiva degli investimenti di Minsk è soggetta alla disponibilità di forza lavoro qualificata, e comparativamente lo sviluppo della produzione aumenterà sostanzialmente. La struttura stessa della produzione in Bielorussia rimarrà approssimativamente la stessa, ma aumenterò la parte metallurgica (dal 2,3% del 2010 al 4,2% del PIL nel 2030), l’industria metalmeccanica (dal 12,8% nel 2010 al 16,2%del PIL nel 2030) ed anche l’agricoltura (dal 7,0% del 2010 al 7,8% del PIL nel 2030) e l’industria alimentare (dal 7,9% del 2010 all‘8,2% del PIL nel 2030). Così, l’adesione al SEC consentirà alla Bielorussia non solo di mantenere ma anche di rafforzare la sua posizione nella produzione metalmeccanica e agricola, che ad oggi rappresenta, assieme alla raffinazione del petrolio, il fondamento dell’economia bielorussa.
Per il Kazakistan, che dipende come la Russia in larga parte dall’estrazione degli idrocarburi, le prospettive sono notevoli. Lo sviluppo nell’ambito del SEC diminuirà significativamente la dipendenza dell’economia kazaka dalle materie prime. Di conseguenza, diminuirà la parte dell’industria estrattiva (dal 28,1% del 2010 al 22,6% del PIL nel 2030) ed aumenterà quella metalmeccanica (dal 2,8% del 2010 al 7,2% del PIL nel 2030). Quanto alla Russia, la sua economia nel 2030 riceverà dalla creazione del SEC una crescita annua del PIL del 2%, e gradualmente svilupperà la tendenza ad aumentare la parte dell’economia dell’industria metalmeccanica (dal 7,1% del 2010 al 9,6% del PIL nel 2030). Infine, è difficile sopravvalutare l’importanza dei vantaggi geopolitici derivanti dall’istituzione del SEC e dall’Unione Economica Eurasiatica. Così, tutti e tre i paesi partecipanti al SEC riusciranno, assieme, a rafforzare la loro posizione nel settore tecnico-industriale. L’effetto complessivo fino al 2030 significherà, per la Russia, entrate supplementari pari a 632 miliardi di dollari, per la Bielorussia pari a 170 miliardi di dollari e per il Kazakistan pari a 107 miliardi di dollari.
Tuttavia, questo è solamente l’effetto atteso. La Bielorussia può già valutare i risultati della cessione per 2,5 miliardi di dollari della seconda metà di Beltransgaz a Gazprom. In relazione al prezzo di questa vendita, avvenuta con la sola offerta del budget bielorusso del gas acquistato, Minsk ha risparmiato tra i 1,8 miliardi e i 3,9 miliardi di dollari. Queste cifre sono già eloquenti di per sé, e per renderle ancor più visibili, si può far notare che questo prezzo equivale da 190 a 400 dollari per abitante bielorusso, inclusi i neonati. Prendendo in considerazione i proventi derivanti dalla vendita delle azioni della Beltransgaza, invece, questi spaziano da 453 a 674 dollari. Il cappio del deficit degli idrocarburi, se non verrà rimosso, si indebolirà sostanzialmente a causa dei massicci investimenti su larga scala del monopolio del gas russo. La progressiva integrazione dell’economia russa, bielorussa e kazaka porterà ad una più stretta interazione politica. Questo significa che esse avranno una reale opportunità di partecipare alla determinazione delle regole del gioco a livello mondiale e per non esser più costrette ad accettarne le regole imposte dagli altri.
(Traduzione dal russo di Serena Bonato)