Finora abbiamo presentato tre fra quelle che potrebbero essere le prime sei scelte al prossimo draft, A. Davis, T. Robinson e A. Drummond, tutti lunghi, big men. Oltre che al trio in uscita da North Carolina.
Ora vi presentiamo altri tre giocatori, questa volta tutti esterni, che secondo il nostro mock draft dovrebbero completare la top 6 del draft 2012.
Quasi sicuramente nella top 5 ci saranno sia Michael Kidd-Gilchrist, freshman di Kentucky (campioni NCAA 2011/12), che Bradley Beal di Florida. Il primo è un prototipo di ala piccola, già paragonato spesso a Gerald Wallace per la simile struttura fisica e l’incessante energia che mette sul parquet. Gilchrist (che ha aggiunto il cognome di suo zio per onorarlo dopo la sua morte) ha messo in mostra le sue doti atletiche alla recente NBA Combine di Chicago, risultando fra i primi in molte delle misurazioni prese. Potrà contribuire da subito in difesa, dove le sue lunghe braccia e la sua mobilità laterale lo aiuteranno molto, a rimbalzo, e negli intangibles, come gli americani chiamano tutti quegli aspetti (tagli, blocchi, hustle plays) che non compaiono sul tabellino ma che spesso fanno la differenza in una partita. I suoi limiti sono tutti in attacco, dove ha un tiro ancora mediocre e pochissimi movimenti offensivi: la maggior parte dei suoi punti al college erano risultato di rimbalzi offensivi, rapide transizioni e tagli. Se anche non dovesse diventare uno scorer dominante, resta un giocatore di alto livello e con quasi nulla possibilità di risultare un bust, cioè un fallimento à-la-Kwame Brown, l’apoteosi di tutti i bust.
Bradley Beal invece è il prototipo della shooting guard, una guardia con grandi istinti offensivi, un ottimo tiro dalla media (quello da tre punti è in via di costruzione), ottimo atletismo e fondamentali che lo hanno reso una delle migliori guardie rimbalziste della scorsa stagione NCAA. Paragonato a Eric Gordon, si differisce da esso in quanto ora come ora non ha le stesse doti di palleggiatore ed è meno bravo a crearsi un tiro “in proprio”, mentre invece è già ottimo in uscita dai blocchi.
Se questi due sono quasi certamente fra i migliori 5 prospetti di quest’anno, indovinare chi verrà scelto dai Portland Trail Blazers con la 6° è molto più difficile, data la profondità ed il livello alto di questo draft. Jared Sullinger ha perso molte posizioni dopo la sopracitata Combine in quanto, diametralmente opposto rispetto a Kidd-Gilchrist, è risultato fra i peggiori in molte misurazioni (ma non è mai stato famoso per l’atletismo), ma è pur sempre un papabile, così come Perry Jones III, se non altro per il puro talento di cui dispone, Harrison Barnes, Jeremy Lamb e John Henson (ma attenzione alle sorprese last-second… ricordate Tristan Thompson alla 4° l’anno scorso?). Noi però puntiamo su Damian Lillard, playmaker da Weber State, che ha scalato decine di posizioni negli ultimi mesi, sorpassando, fra gli altri, Kendall Marshall, ritenuto ora solo la seconda miglior point guard del draft dagli addetti ai lavori. Lillard segue le orme delle PG di ultima generazione, molto esplosivo e sempre in attack-mode, ossia vede la retina prima del compagno. Molto forte in penetrazione, alla Combine ha dominato gli esercizi di 1-on-1 contro gli altri prospetti collegiali, già esperto nel trovare il contatto e nel trovare viaggi gratis in lunetta, dove tira i liberi con quasi il 90%. Inoltre è un buon tiratore da tre (41%) con ottimo range, ma forse la cosa che più intriga gli scout è la sua capacità nel gestire tanti palloni perdendone pochi: 2.3 turnover in 34 minuti a gara, pochissimi considerato il fatto che a Weber State era il giocatore di maggior talento e che quindi gli si richiedeva di dominare il pallone. In confronto, K. Marshall la stagione scorsa ha fatto 2.8 palle perse in 33 minuti in una squadra come North Carolina piena di talento.
Di seguito gli highlights dei tre prospetti!