di Daniele Tamburini
Il prezzo del petrolio è letteralmente crollato e continua a scendere: dobbiamo tornare al 2009 per registrare una quotazione così bassa. Cosa sta accadendo? Quali sono i motivi di una tale crisi? Lo chiediamo a Paolo Cardenà, esperto di finanza e dei mercati e private banker. «Ci troviamo in una fase di rallentamento a livello globale. Nel 2015 la Cina dovrebbe crescere di qualcosa che si avvicina al 7%: molto meno rispetto a qualche anno fa. Il Giappone, dopo la contrazione del Pil del terzo trimestre del 2014 principalmente a causa dell’aumento dell’Iva, dovrebbe cresce intorno all’1.5%; mentre gli Stati Uniti dovrebbero attestarsi al 3%. L’Eurozona è il buco nero della crescita mondiale, con il Pil che dovrebbe rimanere sotto all’1%. Pochi giorni fa, la Banca Mondiale ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per il 2015, portandole al 3% dal precedente 3,4%. Un minore crescita economica si traduce in una minore domanda di materie prime, e quindi di petrolio. Dopo qualche anno di prezzi sostanzialmente stabili, dai massimi di giugno, il prezzo del petrolio è crollato di quasi il 50%. Il 27 novembre scorso, a Vienna, i paesi appartenenti l’Opec – cartello che controlla quasi il 40% della produzione mondiale – non sono riusciti a trovare un accordo su un eventuale taglio alla produzione di petrolio, che avrebbe consentito di calmierare la caduta dei prezzi. C’è di più. Qualche settimana fa, alti rappresentanti del cartello dell’Opec hanno affermato che non interverranno neanche se il prezzo dovesse scendere sotto i 40 dollari. Il prezzo del petrolio è determinato dalla domanda e in gran parte anche dalle aspettative di crescita dell’economia globale».Paolo Cardenà
Perché il prezzo è crollato in maniera così repentina?
«Come detto in apertura, diverse aree del mondo stanno attraversando una fase di crescita a ritmi meno sostenuti rispetto agli ultimi anni, quindi hanno bisogno di minori quantitativi di petrolio. Le innovazioni tecnologiche introdotte in molti settori produttivi e della vita comune hanno determinato anche una maggiore efficienza nei consumi di petrolio e suoi derivati. Non solo. CONTINUA A LEGGERE QUI