Il mancato acquisto di Quagliarella chiude un mercato con poche luci e tante ombre. A fronte degli arrivi di Maicon, Jedvaj e Benatia in difesa, Strootman e Ljajic a centrocampo, Gervinho in attacco e De Sanctis in porta la Roma perde tre pilastri, uno per reparto. Marquinhos, Lamela ed Osvaldo.
Quel che fa pensare è proprio la cessione del giovane talento argentino. Arrivato nella Capitale solo due anni fa, il ventitreenne era una speranza e rappresentava la scommessa della dirigenza giallorossa nel valorizzare i giovani. La sua partenza getta un’ombra lunga su tutto il progetto di crescita della società.
I giallorossi chiudono con uno degli attivi più alti della Serie A, quasi 30 milioni di euro. Numeri da provinciale, in quanto da sempre le grandi squadre investono milioni ogni anno e difficilmente possono vantare cifre di questo tipo. Anche questo particolare non fa ben sperare i tifosi.
C’è poi il difficile rinnovo per Totti. Si è saputo che tra le cessioni avrebbe potuto rientrare anche De Rossi. Altro che autofinanziamento. Vera e propria smobilitazione con unico obiettivo quello del risparmio.
D’altronde l’assetto societario è ancora in via di definizione. Il finanziere Pallotta e la sua cordata ha recentemente acquistato un altra piccola percentuale delle azioni dalla Unicredit. I dirigenti italiani però non sembrano all’altezza della situazione. Baldissoni, Sabatini ed altri hanno commesso svariati errori, di comunicazione e di gestione.
Insomma è chiaro che se la Roma non raggiungerà la qualificazione alla Champion’s League anche il prossimo anno vivrà un mercato di cessioni eccellenti, magari riguardanti gli stessi giovani di belle speranze acquistati quest’anno. Ljajic e Strootman in testa.
La squadra giallorossa, nel primo decennio del 2000 ha vissuto anni di piazzamenti prestigiosi. Uno scudetto, svariati secondi posti. Due Coppe Italia vinte. Numerose qualificazioni alla Champion’s.
Malgrado la buona partenza e l’ottima scelta di un allenatore come l’ex Lille Garcìà, dopo tre anni consecutivi senza Coppe e con una dirigenza impegnata ad economizzare, la Magica Roma sta lentamente lasciando il posto alla Romanese, una provinciale qualsiasi,