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Dalla nonna

Da Ata
Pomeriggio.Ata cammina lenta.Si lascia scaldare dal tiepido sole d'autunno.I pensieri si rincorrono e inciampano goffi nella sua mente.Confusione.Va da sua nonna.Ha proprio  bisogno di andare lì, in quella casa che racchiude tutti i ricordi più belli della sua infanzia, di parlare con lei, di farsi consigliare, coccolare un po'."Nonna!" Chiama a gran voce entrando nel giardino.L'anziana donna alza la testa, la vede e sorride."Ata! - esclama. - Mi sei venuta a trovare!"Lei si avvicina sorridendo a sua volta."Sì. - risponde. - Cosa stai facendo?"Sua nonna posa l'innaffiatoio a terra."Ho innaffiato le rose. - spiega. - Hai visto come sono belle?"Ata si abbassa verso di loro, le osserva e le annusa."Sono belle e anche molto profumate!" Commenta.La nonna sorride soddisfatta."Sono profumate perché stanno bene. - afferma. - E tu come stai, piccola?" Le domanda scrutandola in viso.Ata abbassa lo sguardo e alza le spalle."Così". Risponde laconica."Uhm..."Sua nonna la invita a sedersi attorno al tavolino di ferro bianco, all'ombra di un vecchio limone.Lei prende posto e sospira."Rudy?" Indaga l'altra.Ata scuote la testa."No no! - risponde decisa. - La faccenda con lui è chiusa, per fortuna!""Filippo?" Continua la nonna.Ata sospira sconsolata."Finché Iva gli resterà attaccata come una cozza, credo che sarà chiusa anche con lui, purtroppo".La nonna la fissa pensierosa."E poi?" Domanda.Lei alza gli occhi.La guarda.Non le si può nascondere niente, non le sfugge niente.Lo sa, per questo è qui.Il suo rifugio, il suo porto sicuro."Oh! - cede. - E poi... non c'è niente che vada bene. Niente!"E due lacrimoni le appannano gli occhi."L'università?" Tira a indovinare sua nonna."E la dieta, - continua lei asciugandosi una lacrima dispettosa, - e il lavoro... un disastro!"La nonna sorride comprensiva."Non è facile crescere, eh?"Ata fa un gesto di stizza con la mano."Per me  non è facile! - afferma con rabbia. - Non riesco a concludere niente, non sono capace di fare niente!""Non è vero. - replica l'altra decisa. - Sei una persona con tante buone qualità, il tuo più grande difetto, però, è che non ci credi abbastanza".Ata fissa una farfalla che danza tra i fiori del giardino."Lo dici perché sei mia nonna". Risponde mesta cercando buttare indietro il magone."Sì. - dice l'altra. - Lo dico perché sono tua nonna e ti conosco bene. So che sei forte quando devi aiutare gli altri e riesci a tirar fuori la grinta e l'energia per sostenere pesi più grandi di te, ma so anche che sei debole per le cose che riguardano te stessa".Lei non risponde.Guarda altrove.La nonna sospira."Bisogna volersi bene, Ata. - continua. - Ci vogliono volontà e impegno per ottenere le cose, per essere migliori"."Uhm..."Lacrime silenziose le rigano il viso."Prendi le mie rose, per esempio. - insiste sua nonna. - Sono così belle e profumate, perché io le ho curate, mi sono impegnata nel farlo".Ata le osserva e annuisce col capo."Studia, - le consiglia, - prendi questa benedetta laurea e inizia di nuovo la dieta. Vedrai, poi ti sentirai più sicura di te. Il lavoro verrà. Sono tempi difficili, ma verrà".Posa una mano sulla sua e le sorride incoraggiante.Ata sente il calore del suo tocco delicato.Si sforza di sorridere."Hai ragione". Dice.A casa.Ata si siede davanti al computer.Entra nel sito della sua facoltà.Calendario esami."Filosofia... filosofia... - mormora, - ah, eccolo!"Fra quindici giorni."Quindici giorni? - si domanda angosciata. - Oh nooooo!"Urlo terrificante nella notte.

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