“In Italia sono 2 milioni i professionisti che operano in tutti gli ambiti delle professioni creative. Non hanno un nome definito, possiedono alti livelli di formazione, sono ignorati da governo e istituzioni, ma producono il 5,8% del nostro Pil (80,8 miliardi di euro – rapporto 2013 Unioncamere/Fondazione Symbola).
Più dell’industria automobilistica, più di Umbria, Liguria e Abruzzo insieme.”
Sto con loro, con i creativi precari schiavizzati non considerati d’Italia. E dovremmo starci tutti.