Assassin's Creed Chronicles: Russia è una degna chiusura della trilogia?
Dopo le atmosfere orientaleggianti di Shao Jun e Arbaaz Mir, la trilogia di Assassin's Creed Chronicles si conclude nel sangue della rivoluzione bolscevica, passando dalle atmosfere lussureggianti dell'India ai panorami decisamente più dimessi della Russia rivoluzionaria. Questo terzo capitolo può essere considerato un mix di quanto visto in quelli precedenti, visto che dal punto di vista stilistico riprende i toni del rosso che abbiamo osservato nel primo (con delle scene d'intermezzo ispirate ai poster della propaganda comunista che sono forse una delle parti più belle del gioco), ma fa tesoro di un certo grado di varietà del secondo, anche se purtroppo ne conserva anche alcuni dei difetti.
twittalo! Dopo Cina e India, Assassin's Creed Chronicles: Russia chiude la trilogia. Sarà un finale col botto?
In fuga
In Assassin's Creed Chronicles: Russia vestiamo i panni Nikolai Orelov, un assassino esperto a cui l'ordine affida un'ultima missione prima di concedergli la meritata pensione: rubare un oggetto caduto in mano ai Bolscevichi dopo l'attacco al palazzo dello Zar. Nello svolgimento della sua missione, Orelov diventa testimone involontario dello sterminio della famiglia Romanov, ma diventa anche protagonista della leggenda riguardante Anastasia, la principessa che secondo molti non sarebbe morta con la sua famiglia. Orelov la prende sotto la sua ala protettrice, scoprendo che la ragazza è dotata di sorprendenti qualità, in parte influenzate dall'artefatto recuperato nel corso della prima missione. Tutto il gioco si focalizza dunque sulla precipitosa fuga dei due attraverso il territorio russo, perennemente braccati dai soldati dell'Armata Rossa, che vogliono a tutti i costi concludere il lavoro ed eliminare l'ultima erede al trono dello Zar, guidati ovviamente dalla mano dei templari. Viste le atmosfere particolarmente lugubri, il gioco fa un grande uso del bianco e nero, usando il rosso per evidenziare gli appigli e i ganci a cui possiamo attaccare il nostro rampino, che può essere utilizzato per tirare gli oggetti o lanciare le scosse che disabilitano le trappole.
Le altre armi a nostra disposizione sono un fucile con tre colpi, delle bombe fumogene e l'immancabile fischio, oltre ovviamente alle nostre abilità di assassino. Tuttavia, ci saranno anche dei momenti in cui dovremo controllare Anastasia. In quel caso non potremo lottare corpo a corpo, ma solo eseguire eliminazioni furtive e utilizzare un rampino che ci permetterà di agganciarci al soffitto. Anastasia tuttavia può anche contare sul potere dell'Helix, che le permetterà di nascondersi anche di fronte alle guardie e passare rapidamente tra i nascondigli, utilizzando una sorta di teletrasporto. Ovviamente entrambe queste azioni consumano la barra dell'Helix, che può essere riempita raccogliendo determinate icone in giro per le mappe. Il cambio di prospettiva con Anastasia è una variazione interessante, costringendo a muoversi quasi esclusivamente in modalità furtiva, ma tutto sommato non varia più di tanto la filosofia del gioco.La routine dell’assassino
Ovviamente il gameplay non si discosta più di tanto da quanto abbiamo già potuto apprezzare nei precedenti capitoli, con livelli in 2,5 D che si fanno sempre più intricati e difficili, alternando fasi più classiche a momenti in cui dovremo solamente fuggire o utilizzare un fucile da cecchino in stile "Il nemico alle porte". In alcuni casi saremo anche costretti a eliminare un determinato obiettivo prima che questi arrivi alla sua destinazione, così da borseggiarlo per rubargli piani segreti o la chiave che ci permette di superare il livello. Per quanto riguarda i nemici si va dal soldato base ai corazzati, passando per quelli dotati di maschere antigas che sono invulnerabili ai fumogeni ma, incredibilmente non hanno alcuna limitazione al campo visivo.
Essere scoperti nel 90% dei casi significa la morte e il dove ripartire in checkpoint che non sempre sono ben posizionati. A rendere le cose più complesse ci si mette anche un sistema di controllo che non sempre fa ciò che vorremmo e in alcuni casi, soprattutto quando il tempismo è tutto, può portarci all'ennesima morte e conseguenti imprecazioni. Se sommiamo la scarsa reattività del sistema a un level design che in alcuni casi richiede un tempismo perfetto nei movimenti, ne risulta che il gioco in alcuni momenti può risultare veramente frustrante, soprattutto quando si innescano logiche "trial & error" che esulano dall'abilità personale. A controbilanciare tutto ciò ci si mette a volte un'intelligenza artificiale che non si dimostra particolarmente brillante, ma segue gli schemi assegnati con risultati anche comici, come quando i soldati attivano le trappole che essi stessi hanno piazzato, suicidandosi. Una volta giunti alla fine, il livello di difficoltà medio di Assassin's Creed Chronicles: Russia ci è sembrato un po' altalenante. Ci sono momenti che hanno richiesto tantissimi tentativi per essere portati a termine e altri che, sorprendentemente, sono filati lisci come l'olio. Spesso si tratta solo di trovare la chiave giusta per andare avanti o di un po' di fortuna. Fondamentalmente il gioco non è altro che una continua sequenza di puzzle interrotti qua e là da momenti un po' più concitati che ne spezzano il ritmo senza stravolgere troppo l'essenza. Per completarlo senza sbloccare tutti i collezionabili e senza le valutazioni migliori probabilmente impiegherete cinque o sei ore. Senza dubbio un ottimo rapporto qualità prezzo.Pro
- Ottimo rapporto qualità prezzo
- Discreta varietà di situazioni
Contro
- Controlli imprecisi
- Intelligenza artificiale a volte incerta
- Difficoltà non perfettamente calibrata