Ci sono film ingiustamente dimenticati, ma di cui vale la pena rivangare il ricordo, soprattutto ora che sono facilmente reperibili (in formato integrale e in italiano) su YouTube.
Uno di questi film è Scuola di Mostri (The Monster Squad), di Fred Dekker, datato 1987. Eh già: siamo nel cuore dei ruggenti anni ’80, che magari non saranno mitici come qualcuno dice, ma che a livello di fantasia, di creatività e di puro divertimento hanno dato davvero molto.
Ed è proprio per questo principio che, in quello che appare come un semplice filmetto per ragazzini, Dekker ci offre una storia godibile e spassosa, che riesce a mettere insieme Dracula, il mostro di Frankenstein, il Lupo Mannaro, il Mostro della Laguna Nera e la Mummia. Ah, anche Abraham Van Helsing.
L’idea alla base del film è molto semplice: un bel cocktail di vecchi mostri Universal tutti insieme nello stesso film. Proprio come succedeva tra gli anni ’40 e ’50, quando bisognava spremere fino al midollo uomini lupo, mummie e vampiri e infilarli anche in improbabili storie con Gianni e Pinotto.
E così abbiamo il Conte Dracula, l’Uomo Lupo, la Mummia, il Mostro di Frankenstein (Tom Noonan) e il Mostro della Laguna Nera che si ritrovano tutti insieme ai giorni nostri per distruggere un amuleto, vulnerabile solo una volta ogni cento anni. L’amuleto ha il potere di aprire una specie di vortice in grado di risucchiare tutte le anime malvagie. Ma solo se una vergine reciterà una formula in tedesco, presa dal diario di Van Helsing.
A contrastare i mostri è un gruppo di ragazzini, tutti fissati col cinema dell’orrore, espertissimi di ogni tecnica per uccidere le creature soprannaturali, e che tengono le riunioni del loro club nella classica casa sull’albero.
Questa sinossi è tratta dall’articolo dell’amica Lucia Patrizi, dedicata proprio a Scuola di Mostri.
Non aggiungerò molto a quanto dice lei a proposito di questa pellicola, che va recuperata senza se e senza ma, fosse anche soltanto per rendersi conto se subite ancora il fascino del piccolo Peter Pan horror che vive dentro di voi.
Può darsi che la risposta sia no, non lo metto in dubbio. In fondo io non faccio testo, visto che riesco ancora a spassarmela coi Goonies, che non è nemmeno horror.
Qualche ragionamento extra va però fatto.
Per esempio riguardo a come è cambiata l’offerta del “cinema del fantastico” rivolto al pubblico di giovani e giovanissimi. Ed è cambiata in tempi relativamente brevi, vale a dire in 20-30 anni.
Film come Monster Squad avevano delle caratteristiche ben precise:
- Citavano i classici, magari attualizzandoli, ma rispettandone i canoni;
- Erano “per famiglie”;
- Avevano trame in cui i buoni (gli eroi, di solito ragazzini visti inizialmente come “perdenti”) vincevano;
- In un contesto tutto sommato rassicurante e umoristico offrivano dei sani brividi.
Ora, trent’anni dopo Monster Squad (ma penso anche a Ragazzi Perduti, Gremlins, Il Ritorno dei Morti Viventi 2 e altri), il cinema horror per ragazzi è stato distrutto e sostituito da una sorta di young adult ambiguo, che offre prodotti in gran parte intercambiabili l’uno con l’altro: Twilight, Shadowhunters, Beastly, Warm Bodies, più serial come I Diari del Vampiro.
Generalizzando, si notano le caratteristiche di questa nuova cinematografia per “giovani adulti”:
- Le figure classiche dell’horror (vampiri, licantropi, zombie) sono pretesti per raccontare storie d’amore;
- Gli eroi sono ragazzi o ragazze mediamente bellocci/e;
- Nel caso di protagoniste femminili, esse sembrano inizialmente timide e scontrose, salvo poi concedersi al “buon mostro” (belloccio, a sua volta) di turno;
- Il contesto di questi film sta virando sempre più di frequente verso il distopico, offrendo visioni cupe del futuro, con adulti di cui è quasi sempre meglio di non fidarsi.
Io non ho tempo e modo per ricavare un saggio sociologico da queste osservazioni, ma credo che sarebbe interessante farlo.
C’è qualcosa di sottilmente inquietante, nel “fantastico” che offriamo ai nostri ragazzi.
Innanzitutto spaventa (non tantissimo, ma un poco sì) il livello di competitività che permea questi film. I protagonisti devono dimostrare di essere migliori dei loro simili, migliori della società di adulti in cui vivono, migliori dei loro antagonisti, che spesso sono banalmente rappresentati come cattivi e dispotici, senza alcun approfondimento emotivo, e senza risvolti umoristici.
C’è poi questa visione distopica, di cui ho già accennato, che mi turba un po’. Per quanto io sia un grande amante della fantascienza in negativo, mi chiedo a cosa potrà mai servire offrire una visone pressoché univoca di un futuro pessimista, in cui l’adulto, o l’anziano, viene rappresentato come simbolo della corruzione, della decadenza morale.
Per fortuna ogni tanto c’è qualche film YA che riprende le atmosfere più scanzonate ed educative (ebbene sì, educative) delle vecchie pellicole come Monster Squad.
Penso per esempio alla saga di Percy Jackson, decisamente divertente.
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