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Dalla WestDeutschland alla WeLtDeutschland

Creato il 13 giugno 2010 da Anellidifum0

Dalla WestDeutschland alla WeLtDeutschland

Cacau, tedesco quanto AnelliDiFumo

Pochi minuti dopo l’inizio del primo tempo, ho detto a mio padre, dimenticando i miei superpoteri: “questa Germania ne fa 4 all’Australia“. Sì, perché probabilmente abbiamo assistito alla partita tra la squadra più forte del mondiale, almeno tra quelle che hanno già giocato, e la squadra più pippa, questo va detto. Però la WeltDeutschland, piena zeppa di oriundi come nemmeno l’Italia di Altafini, ha giocato a calcio come Pellegrino Artusi giocava in cucina.

Gioco preciso, schemi perfetti, velocità, ottimi piedi, grande testa, forma fisica impeccabile e soprattutto è venuta a mancare quella mentalità squadrata e un po’ meccanica, priva di fantasia e d’improvvisazione che era la caratteristica delle Germanie del secolo scorso, fatte di tutti giocatori teteschi-teteschi. E’ chiaro che quando fai entrare il moretto brasilero Cacau, il polacco Podolski (sua la sacra minella oltre i 140 km/h che ha letteralmente piegato il polso al portiere australiano di origine – paradosso – tedesca Schwarzer), il bosniaco-veneto Marin e potrei continuare con l’elenco degli oriundi, hai la prova provata che la globalizzazione è arrivata anche nelle nazionali di calcio dei Paesi non apertamente xenofobi. Forse è per questo che un certo Mario Balotelli non avrebbe mai potuto vestire i colori azzurri? Se tanto mi dà tanto, nei prossimi anni faranno problemi anche a Cassano e a tutti i giocatori a sud del Po, visto che oggi anche Mameli ha i suoi tempi difficili, e credo sia anche per questo che gli Azzurri potranno festeggiare se arrivano a passare il turno, in Sud Africa.

Accendo comunque un cero alla buona volontà degli australiani, che qualche mala lingua ha fatto notare: è la prima squadra arrivata in Sud Africa, probabilmente sapendo che sarebbero stati la prima squadra a fare la valigia, e allora già che c’è tutto sto fuso orario, falli almeno stare quindici giorni, no? Il nuovissimo continente è terra di football, sì, ma australiano, che è una via di mezzo tra il rugby e il football americano, ma senza protezioni. Gente coriacea, che quando ha visto davanti a sè i WeltPanzer fare i giocolieri ha anche provato a fare due azioni, ma sono stati pure penalizzati da un brutto arbitraggio di un  arbitro bisognoso di occhiali e pinzette per le sopracciglia. Un rigore negato all’Australia, un’espulsione gratuita contro il migliore dei Downunder, et voilà: 0-4 servito in una notte che, almeno qui a Roma, era di un caldo agostano.


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